Tirare pugni a un sacco, sfogando tutto ciò che ha dentro, è per Byron l’unica maniera di dimenticare. Dimenticare un passato solitario, un presente in cui arranca, un futuro grigio e piatto che gli sta piombando addosso senza freni. Non c’è carriera, per lui, né nobiltà alcuna nel pugilato, bensì una scappatoia, una via per guadagnare il necessario utile a lui e sua nonna per abbandonare la povertà. E sua madre… be’, lei continua ad andare e venire dalla casa del suo “fidanzato” e per Byron è meglio non pensarci. Tutto sembra destinato a rimanere così, quindi, statico e deprimente, fino a quando nella palestra di John non entra Brandon, l’angelo nero, un ex pugile dallo sguardo enigmatico e il sorriso irriverente. Per Byron è il cataclisma, ma non è l’unico a sentirsi trasportato dagli eventi: Brandon rimane folgorato dal ragazzo ancor prima di averlo messo a fuoco. Può l’amore cambiare del tutto le carte in tavola? Possono i vinti diventare vincitori, se ci credono davvero? E i colpi della vita possono fare male più di quelli ricevuti in pieno viso?
Mi serviva… Questo libro in questo periodo mi serviva come l’aria per respirare. Una boccata d’aria, una luce nel buio. Emozione pura, emozione tangibile sulla pelle, lacrime, sorrisi e la parola amore che aleggia nell’aria.
Devo dire che l’autrice in diverse occasioni ha preso a pugni anche il mio cuore. Gli stessi pugni che Byron e Brandon ricevono e danno sul ring a me sono arrivati in pieno petto.
Una storia travolgente, coinvolgente, a tratti straziante che si legge tutta d’un fiato, che ti rapisce e ti rilascia solo alla fine.
Le pagine sono volate sotto ai miei occhi, non mi sono nemmeno resa conto di essere arrivata alla fine, e quelle poche volte che succede è perchè il libro merita.
Merita di essere letto, merita di essere assaporato e merita di rimanere nei cuori dei lettori, così come è rimasto nel mio.
Due storie sofferte, due passati che hanno lasciato le cicatrici come i pugni che i due protagonisti hanno preso sul ring. Due caratteri forti che non hanno bisogno di nulla se non dell’amore l’uno del l’altro. Una storia che li travolge lasciandoli senza fiato come i pugni allo stomaco, quelli che ti fanno piegare le ginocchia, quelli che ti mettono KO.
Byron e la sua “sindrome dell’abbandono” mi hanno lacerato l’anima. In tante cose mi sono rivista in lui e per questo, forse, ho apprezzato anche di più la caratterizzazione del personaggio. E Brandon, forte, sicuro come l’angelo nero che si porta dietro da anni.
Ben scritto, scorrevole e decisamente emozionante.
Una sola parola… TRAVOLGENTE!
- Ciao Manuela, come è nata in te la voglia di scrivere?Direi da sempre, ma da ragazzina scrivevo racconti che poi buttavo via. Ho iniziato seriamente qualche anno fa, dopo un periodo difficile, scegliendo di frequentare un corso di scrittura creativa e scoprendo che per me era davvero terapeutico. Scrivere mi fa sentire bene e da un senso nuovo alle mie giornate.
- I tuoi personaggi ti parlano mentre scrivi di loro?In effetti sì. Inizio sempre con uno schema piuttosto scarno della storia e mano a mano amplio il carattere dei personaggi con i loro sbalzi di umore. Il più delle volte esco e rientro dallo schema originale, cambiando anche cose importanti in corso d’opera.
- Quali sono i tuoi rituali di scrittura? Hai qualche abitudine scaramantica che ti porti dietro?Scrivo sempre al portatile, a volte ho bisogno del silenzio, altre di un lieve rumore di sottofondo, come musica o televisione, ma non ho particolari abitudini.
- Che rapporto hai con i tuoi lettori e con i blog?
Dal primo romanzo “Due passi avanti, un passo indietro” ho dei lettori che mi seguono con affetto e di questo sono commossa e orgogliosa. Alcuni mi scrivono in privato per farmi i complimenti e a volte insieme segnalano qualche refuso (mannaggia ai refusi, ah ah), però sempre con toni gentili. Io sono loro riconoscente, perché significa che mi leggono con attenzione e ci tengono ad aiutarmi.
Anche con diversi blog ho instaurato un bel rapporto, all’inizio credevo che il romance mm fosse meno accettato e invece ho scoperto tanti blog disponibili, anche non strettamente legati al genere. In particolare vorrei ringraziare tutti quelli che stanno partecipando a questo Review Tour, devo dire con vero entusiasmo. Grazie.
- Ci racconti qualcosa di curioso su di te?Che potrei dire, vediamo… Ho un gatto nero dal pelo lungo di nome Ronfo che è il padroncino di casa. Per anni ho dipinto su ceramica e poi ho scoperto i quadri di sabbia, con cui anni fa ho allestito anche una mostra, così adesso ho la casa piena di quadri di ceramica e sabbia, tutti molto colorati. Basta?
SENSUALITA’:
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