Sidmouth, Devonshire estate 1828.
Venti anni di differenza, ceti sociali così diversi da far sembrare impossibile e inopportuno il sentimento che la giovane Edith Ellis prova per lord Esmond, conte di Rovington. Una passione accesa dal primo incontro di sguardi e alimentata da una risonanza, un accordo che nessuno dei due, nonostante tutto, può negare di udire.
E se neanche i reciproci passati legati a filo doppio, gli errori, le imperfezioni e un’impossibile redenzione riusciranno a dividere due anime, cos’altro potrebbe mai impedir loro di rimanere unite?
Lontano da Londra, dalle rigide trame del ton, tra le scogliere, il mare e la natura del Devonshire, il maniero di Greyville è pronto ad accogliere i suoi ospiti.
Dopo aver dimostrato notevole abilità di penna nel districarsi tra i salti temporali col suo primo inedito, Laura si cimenta, su nostra esplicita richiesta in un Regency. E anche qui riesce a creare dei personaggi indimenticabili.
Un uomo “non più giovane” ma irresistibilmente affascinate. Una donna alla disperata ricerca di redenzione e amore. Una sottile ironia sparsa qua e là e che pervade il tutto. I sentimenti e le sensazioni al centro. Questa è per noi è Laura, e speriamo vi piaccia come è piaciuta (molto) a noi.
Un romance storico diverso dagli altri, lontano da Londra, dal bon ton e dai balli e intriso di “orgoglio e pregiudizio” ma ai danni dei protagonisti questa volta.
Lui è un conte quarantenne, divorziato e incattivito dalla vita e dalla gente che gli vive accanto, lei una giovane orfana che dedica la vita e le energie alla sorella minore, sperando che almeno a lei la vita possa sorridere. Non potevano esserci due personaggi così diversi per età, ceto sociale, esperienze, eppure così affini nei sentimenti. Tutto rema contro di loro: dal perbenismo al classismo sociale che impera, dalle convenzioni alle maldicenze che ingigantiscono piccoli eventi rendendoli monumentali.
Devo dire che il mio ottimismo stoico, soprattutto quando ho a che fare coi romance, ha vacillato in più occasioni e mi sono sentita come Edith quando il conte Esmond l’ha portata a fare un giro in barca in mezzo al mare: in balia dei venti. Ho vacillato ma non mi sono arresa, ho gioito, sperato, pianto, esultato e pianto ancora, insomma l’autrice mi ha fatto vivere un tripudio di emozioni.
Bella la storia con un intreccio pazzesco fra presente e scheletri nell’armadio, con colpi di scena che si susseguono, specialmente correndo verso l’epilogo, personaggi ben delineati e molto credibili nonché interessanti e realistici, e una scrittura fluida ma anche elegante e molto coinvolgente, che stuzzica corpo, mente e anima.
Un ottimo lavoro.
Consigliato!!!
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