Torquay, Devon. 1830.
Percival Webster, duca di Clarendon, è determinato a chiedere in moglie la compita lady Albertina, pertanto si reca nella tenuta della sorella per comunicarle la notizia. Durante questa visita, scopre che Emma, figlia del cognato e sua temibile avversaria negli scacchi, non è più la ragazzina impertinente che gli estorceva lezioni, ma una giovane donna in procinto di recarsi a Bath per trovare un marito che ovvii alla sua incresciosa condizione di figlia illegittima.
Introdotta in società, la fanciulla attira l’attenzione di un conte dalla reputazione poco raccomandabile, il che porta Percival a dover fare i conti con i propri principi più radicati, un sentimento stordente e un’attrazione tanto potente quanto inaspettata.
Chi ha amato lo splendido “Dita come farfalle” non potrà perdersi lo spin-off incentrato sulla giovane Emma, figlia illegittima di Rothsay, fantastico protagonista del primo libro, e il rigido bacchettone Percival duca di Clarendon, fratello di Lady Caroline.
I due si vogliono bene sin dal primo istante, sono complici nel delicato gioco degli scacchi e il duca è da sempre mentore e maestro della giovane Emma, la cui mente affinata viene da lui costantemente sollecitata.
I guai iniziano quando lei diventa una giovane donna e il duca non riesce più a vederla come altro: non è più la piccola Emma compagna di giochi, né la figlia illegittima di suo cognato che, secondo le regole del Bon Ton cui il duca è severamente ligio, deve saper stare al suo posto.
Se a questo aggiungiamo che per la ragazza è giunta l’ora di cercarsi marito e viene spedita a Bath con una parente per farsi conoscere, il povero duca inizia a vacillare. Le sue regole, le sue certezze vengono spazzate via dalla gelosia.
Inizia così una battaglia fra Emma, da sempre innamorata di lui e pronta a giocare nella vita come negli scacchi per vincere il suo maestro, e il duca; ma anche una lotta interiore del duca stesso, abbarbicato in una serie di idee preconcette e vuote cui ha sempre attinto e creduto ma che, di fronte alla sofferenza della donna che gli ha rubato il cuore, iniziano a perdere di significato.
Il tutto legato da una sottile ironia, tipica dell’autrice che, con punte quasi comiche, rende briosa la narrazione. Lo stile impeccabile, dinamico, brillante, scorrevole permette di divorare il romanzo e di abbracciare la storia e i suoi deliziosi personaggi.
Consigliatissimo!!!
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