«Sai Meg, Katherine è prossima alle nozze e mi ha chiesto di fissarle un appuntamento con te. Vuole che le organizzi il matrimonio». Ginevra s’intromette nel discorso e spiega lo scopo del nostro incontro.
«C-certo, devo controllare la disponibilità sull’agenda, ma se sono libera volentieri». Prendo l’agenda dalla borsa e chiedo a Katherine la data fissata o presunta della cerimonia.
«Il 31 agosto» dice e la vedo irrigidirsi sulla sedia, mentre sfoglio le pagine fino ad arrivare a quella data. Sorrido e lei si rilassa quando affermo di avere la giornata libera da impegni.
«È fantastico. Sono così felice e sicuramente anche il mio fidanzato lo sarà. La settimana prossima mi raggiunge e potrò fartelo conoscere» sorride e spalancando le braccia mi abbraccia calorosamente.
«C-certo, devo controllare la disponibilità sull’agenda, ma se sono libera volentieri». Prendo l’agenda dalla borsa e chiedo a Katherine la data fissata o presunta della cerimonia.
«Il 31 agosto» dice e la vedo irrigidirsi sulla sedia, mentre sfoglio le pagine fino ad arrivare a quella data. Sorrido e lei si rilassa quando affermo di avere la giornata libera da impegni.
«È fantastico. Sono così felice e sicuramente anche il mio fidanzato lo sarà. La settimana prossima mi raggiunge e potrò fartelo conoscere» sorride e spalancando le braccia mi abbraccia calorosamente.
Mi lascio travolgere dalla sua gioia. Sembra una ragazza simpatica, dolce e gentile.
«Va bene. Mi tengo libera per inizio settimana» esclamo e prendo la penna dal taschino della giacca per segnare sull’agenda i miei due nuovi impegni, «Katherine Parker e?» chiedo, senza neanche alzare lo sguardo dal foglio.
Guardo la mano di Ginevra stringere più forte il bicchiere del caffè.
«Colin. Colin James».
«Va bene. Mi tengo libera per inizio settimana» esclamo e prendo la penna dal taschino della giacca per segnare sull’agenda i miei due nuovi impegni, «Katherine Parker e?» chiedo, senza neanche alzare lo sguardo dal foglio.
Guardo la mano di Ginevra stringere più forte il bicchiere del caffè.
«Colin. Colin James».
Spalanco gli occhi e lascio che la penna mi scivoli dalle mani, tintinnando sul tavolo. «Cosa?».
La nostra votazione
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