INTERVISTA VELOCE A…
SILVIA MERO
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Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura?
Ciao a tutti e grazie per avermi dato questa opportunità. Il mio avvicinamento al mondo della scrittura è puramente casuale, non avrei mai pensato di cimentarmi in tale settore, non perché non mi piacesse ma perché pensavo di non esserne all’altezza. L’idea di mettermi al computer e buttare giù un racconto mi è venuta poco prima del lockdown quando, in una tranquilla giornata sul divano, con il mio ragazzo iniziammo a vedere la serie tv Netflix, “Gotham”. In quel momento la figura dell’antagonista del primo romanzo si è palesata nella mia mente e mi sono detta “Proviamo, che male c’è?”, e così presi il portatile e scrissi, senza una trama, senza un canovaccio… Lasciai completa libertà alla mia fantasia. La storia venne fuori da sé, con i suoi tempi e le sue difficoltà.
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Perché hai scelto il genere romance?
Ho scelto il romance perché sono affetta dal romanticismo cronico e incurabile, quindi per me la scelta è stata quasi obbligata. Con questo genere ho modo di dare sfogo a tutti i film mentali che affollano il mio cervello, evitando di torturare il mio ragazzo con la visione di film strappalacrime e smielati che tanto amo, ma che lui odia.
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Ti piacerebbe scrivere qualche altro genere letterario?
Sinceramente non lo so, probabilmente no… Mi sento molto più vicina a questo ambito, molto più ricca di idee e, seppur ogni tanto mi verrebbe voglia di buttarmi, preferisco restare in un territorio che conosco, anche perché il mondo dell’editoria non è affatto semplice.
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Tra i tuoi personaggi, chi ti assomiglia di più e in che modo?
Tra i miei ragazzi, scusatemi se li chiamo così ma ognuno di loro è una parte di me, li sento vicini quasi come fossero di famiglia, probabilmente quella che mi si avvicina di più è Addison Pierce, protagonista del mio ultimo romanzo. Lei è un medico, cosa che ho sempre sognato di diventare, ha un carattere gentile e solare, è altruista e nonostante le difficoltà che l’hanno vista protagonista, non ha mai smesso di sperare non solo in un futuro diverso ma anche in un amore coinvolgente ed eterno.
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Stai scrivendo o hai in programma di scrivere altro?
Avevo iniziato a scrivere un romanzo ma, arrivata quasi alla fine mi sono resa conto che non ero soddisfatta. L’ho messo in stand-by dedicandomi ad un altro che mi sta dando un sacco di soddisfazioni… Tornerò su quello che ho lasciato incompiuto, perché in fondo, con tutto che non mi convince, tenterò di migliorarlo. È una sfida, e non ho intenzione di mollare.
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Parlaci del tuo ultimo romanzo “Un cuore in divisa”.
Questo romanzo dico sempre che è tutto.
Molti di voi penseranno che sia esagerato ma, credetemi, non è così. Il coinvolgimento, le emozioni, la gioia e le lacrime che ho provato e versato durante la stesura di questo romanzo, non sono paragonabili ad altro. Non dico che non sia affezionata al primo, ma qui so di aver dato veramente tutto.
“Un cuore in divisa” è un military/second chance romance ambientato nella base militare di Delaram, in Afghanistan, dove il maggiore Gallagher si è rifugiato dopo un evento che ha completamente stravolto la sua vita.
Qui incontra una dottoressa, Addison Pierce che si porta dietro un segreto che, vedrete, coinvolgerà entrambi.
Si parla del destino in questo libro, dell’amicizia e del prezioso legame che si crea fra commilitoni, si parla di guerra e morte in uno stato reale dove purtroppo di romanzato c’è ben poco. E ovviamente si parla d’amore, di questa forza potente che, seppur a volte ostacolata dal destino, riesce a trovare la via e ad unire anime ancor prima che i corpi si incontrino.
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