La terribile orda dei goti si è abbattuta sulla Tracia. Dopo la bruciante sconfitta di Adrianopoli, l’impero romano d’Oriente è in ginocchio.
L’imperatore è morto, il trono è vuoto e le armate sono state decimate, con i pochi sopravvissuti stremati e disorientati.
Numerio Vitellio Pavone, divenuto tribuno della legione XI Claudia, deve fare il possibile per tenere serrati i ranghi e fronteggiare le nuove minacce che, come nubi nere nel cielo, si stagliano all’orizzonte.
La legione Claudia è una delle poche sopravvissute al disastro, ed è compito dei suoi soldati tenere viva la fiamma della speranza. Con l’ascesa di un nuovo imperatore, quella fiamma divampa.
Ma è solo questione di tempo prima che la furia dei goti si abbatta nuovamente sull’impero. E questa volta il nemico che Pavone dovrà affrontare è un uomo potente e apparentemente invincibile. Un uomo che non esiterà a schiacciare chiunque osi sfidarlo.
Cosa ci può essere di più epico delle battaglie in nome e per conto dell’Antica Roma?
Amo questa parte di storia, la grandiosità di Roma descritta nelle pagine di storia, nelle trame dei romanzi, negli occhi e nel cuore di noi lettori.
La legione Claudia, i tribuni, le battaglie sul campo, il nuovo imperatore, tranelli e segreti sempre in agguato.
Le descrizioni delle battaglie ti coinvolgono a tal punto che sentirai le lame penetrare nel costato, il sangue schizzare sul viso e le lodi della vittoria echeggiare tra le valli.
Gli studi dietro ad un romanzo storico sono sempre immensi e minuziosi e lo scrittore ne esalta i contenuti e le giuste referenze.
Ha amato il periodo storico descritto e la sua passione si evince in ogni capitolo e personaggio.
Curato nella parte storica, adrenalinico nella parte conflittuale, mozzafiato nell’intero romanzo.
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