Ivana si trova di fronte alla decisione più drammatica che abbia mai dovuto prendere: reagire per proteggere se stessa o continuare a tutelare i principi e i valori su cui ha basato la sua vita. Chi è Ivana e perché sia arrivata a questo punto lo svelano gradualmente gli episodi di due storie parallele, che si svolgono a quarantotto anni esatti di distanza e che solo nel finale andranno a ricongiungersi. Una narrazione delicata, che non punta il dito contro presunti colpevoli, ma che, accostandosi alla sofferenza di figure femminili di generazioni diverse, analizza le differenti interpretazioni dell’amore e del matrimonio, cercando risposte a quelle domande che ogni donna succube di una relazione malata prima o poi si pone e si sente porre. Ne emerge una consapevolezza nuova, un messaggio di fiducia e speranza, perché non è mai tardi per perdonarsi e provare a essere felici.
Devo ammetterlo.
Ho avuto delle difficoltà non piccole per entrare nella storia, perdendomi ogni tanto.
Poi una volta capita la storia e aver appreso il significato di quei racconti, tra passato e presente che si alternano, mi è iniziato a piacere sempre di più.
Ivana fa parte del presente, è una donna che più volte è succube di un matrimonio apparentemente felice, dove la violenza verbale e fisica non manca.
Sentire quei sentimenti in contrasto tra loro, che oscillano tra l’accettare tutto per il bene della famiglia e porre fine ad un’infelicità assicurata, mi ha fatto provare dispiacere per lei, mentre per suo marito tanto disprezzo.
Grazie però a Chiara, sua figlia, Ivana riesce ad accumulare tutta la forza e il coraggio per affrontare il fallimento del matrimonio e porre fine ad ogni forma di dolore subito.
Michele ed Elisa fanno parte del passato e rappresentano l’amore vero, quello dotato di rispetto, fiducia, felicità, dove nessuno dei due soffoca l’altro.
Due storie che si raccontano parallelamente e che poi si ritrovano proprio quando Ivana ricorda che sua nonna Sara le raccontava delle storie, delle dicerie su suo fratello, Michele.
Una storia dal finale bello ma forse un po’ scontato, ma non posso dire lo stesso per il messaggio che lascia chiaro e forte: non è amore se un uomo ti ruba i sogni, le speranze, le aspettative facendoti sentire debole, inferiore.
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