Review tour “L’odore della morte” di Irene Catocci

 

 

 

Avers,
Cantone dei Grigioni.

Gli abitanti della valle, sperduta tra le montagne svizzere, si domandano chi sia lo straniero che
alloggia nella baita isolata. È schivo, taciturno e, ne sono sicuri, nasconde un segreto.
Davide Profeta, ricercato dalle forze dell’ordine italiane, si è creato una nuova identità, indossando una
delle sue innumerevoli maschere, che riescono a farlo sentire sicuro: un uomo come tanti, senza un
passato e con il futuro da costruire.
Davide ha un segreto che se rivelato manderà all’aria l’intera messinscena.
L’arrivo in città di un giovane transessuale, però, cambierà le carte in tavola. Davide ripercorrerà una
strada che credeva ormai superata, un viale insanguinato e intriso di ricordi che credeva di aver
sepolto a stento nella memoria.
La belva, anche se ridotta in catene, conserva lo spirito che la rende tale. E così farà Davide: per non
essere divorato dalla nostalgia, farà riemergere dalle ceneri di un passato troppo vicino la sua natura
più nascosta, uccidendo.
Ancora.

N.d.E.
Il contenuto di questo libro potrebbe urtare i lettori più sensibili e non rispecchia il pensiero e/o la morale dell’Editore né dell’autrice. Si consiglia la lettura a un pubblico responsabile.

Eccomi qui con voi, cari lettori, a parlarvi della nuova uscita di Irene Catocci. Se come me avete letto “L’odore del sesso” fino all’ultima pagina, avevate già capito che oltre ad esserci un secondo capitolo, il nostro Davide era ancora vivo e vegeto.

Non posso darvi altri indizi però, perché la lettura va affrontata e non raccontata.

Perché dico affrontata? Perché se nel primo capitolo della serie, durante la lettura era come ricevere un pugno nello stomaco, qui, forse è 10 volte peggio. Non solo ritroviamo Davide con le sue solite manie ed abitudini, ma scopriamo un Noha, un lato di Noha, a noi sconosciuto.

Può un sentimento come l’amore portare a tanto?

Questo è ciò che mi sono chiesta per tutta la durata del libro e, anche dopo aver girato l’ultima pagina, questa domanda continuava ad affollarmi il cervello.

Non sono riuscita a darmi una risposta, non ce l’ho fatta, molto probabilmente perché quello che c’è tra i due protagonisti può capirlo solo chi l’ha provato. E ho provato anche ad immedesimarmi, ma nulla, la domanda resta sempre lì.

Come indicato dall’autrice nella trama, il libro tratta argomenti forti, molto molto forti e sicuramente è un libro che va letto senza pregiudizi di genere, ma soprattutto senza fare la morale, perché non sempre ciò che non capiamo è “brutto”.

La scrittura della Catocci ti avvolge e ti rapisce, anche trattando argomenti tanto spietati e disumani, riesce comunque ad avvolgere il lettore, a fargli venire voglia di continuare a sfogliare il libro.

Anche questa volta sono arrivata in fondo e scommetto che presto ci troveremo davanti il terzo libro della serie.. Giusto?

Alla prossima lettori…

 

ELEONORA

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