Titolo: Bleeding (Craving Saga Vol. 2)
Autore: Jo Rebel
Editore: Self-publishing
Genere: urban fantasy / paranormal romance
Uscita 9 aprile 2021: ebook: euro 2,99 – cartaceo: euro ND
Link al preorder su Amazon Store: https://www.amazon.it/dp/B08ZVQBS87/
La grafica di copertina è a cura di Angelice Graphics.
L’editing si avvale del lavoro di Elio Picardi, stimato professionista del settore.
L’autrice sta già lavorando sul terzo e ultimo volume della saga, atteso per il 2022.
In questa occasione il primo volume, “Craving”, sarà in promozione a Euro 0,99 dall’8 all’11 aprile.
Ancora una volta il destino sta mettendo a dura prova la vita eterna dei due fratelli vampiri Gregorio e Victoria
Lorenzo, l’umano gemello di sangue di Victoria, sembra essere scomparso nel nulla. La sua ricerca si trasforma presto in un’impresa rischiosa e intrisa del fascino dell’ignoto. Un viaggio tra Parigi e Londra ricco di scontri, sangue, rabbia, che svelerà potenti nemici legati a vecchi rancori e antichi tradimenti, e porterà a galla una pericolosa verità: nella sparizione di Lorenzo sono coinvolti i vampiri della linea di sangue degli Zarevic, la razza bastarda in eterna lotta contro i Vlasic.
Anche in questa nuova avventura, Gregorio e Victoria hanno al loro fianco Domiziano, antico immortale, e Federico, spietato vampiro, migliore amico di Greg e doloroso amore passato di Vic. Sarà in grado di sostenerla, oppure le spezzerà nuovamente il cuore?
E mentre Vic cerca di fare ordine nella propria esistenza e ritrovare almeno una goccia del sentimento perduto, Greg affronta il proprio passato venendo a conoscenza di un fatto scioccante: chi è davvero Gabriel, uno dei capi del Collegio degli Anziani Vlasic che governa le leggi degli immortali?
Un colpo di scena rimescolerà tutte le carte, perché non è detto che la fine sia per sempre, soprattutto quando si possiede un cuore freddo che ha smesso di battere da secoli.
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Lillian agganciò la sua mano a quella di Federico e, sfilandogli le chiavi, gli accarezzò le dita. Poi si chinò su di lui, gli sussurrò qualcosa all’orecchio che parve divertirlo, ma che nessuno di noi riuscì ad afferrare, infine gli sfiorò l’angolo delle labbra con le proprie e si alzò con uno scatto elegante.
«Grazie per la deliziosa accoglienza» ammiccò in favore di Domiziano. «Ci rivedremo molto presto.» Rivolse un breve e incurante sguardo verso Victoria poi, in un turbine di capelli neri, lasciò la casa.
«Questa sì che è un’uscita a effetto» affermai.
«Metti a cuccia gli ormoni, Gregorio. È chiaro che la sciantosa super-adepta ha già scelto in quale barattolo di miele affondare gli artigli.»
Ci voltammo tutti a guardare Victoria. Erano le prime parole che pronunciava da ore, e grondavano collera e disprezzo.
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«Dobbiamo parlare» disse il vampiro dalla folta chioma castano chiaro e lunghe ciocche bionde.
«No. Vattene» sibilai, andandogli ancora più vicino e sfidandolo con lo sguardo.
Okay, forse non stavo mostrando un comportamento maturo e consono a una vampira ultracentenaria, ma in quel momento l’unica parte attiva del mio cervello era quella femminile, ed era parecchio ferita e molto, molto incazzata.
«Allontanati» sussurrò Federico, senza mai lasciare i miei occhi.
Alzai un sopracciglio. «Perché? Forse adesso ti senti superiore in quanto adepto e io devo rispettare le distanze?»
Vidi la sua mascella contrarsi. «No.»
Feci un minimo movimento in avanti, se fossimo stati alti uguali i nostri nasi si sarebbero sfiorati. «Allora perché dovrei allontanarmi?» insistetti.
Federico si morse piano un lato del labbro inferiore e io, inaspettatamente, provai un brivido lungo la base del collo che fece scattare in me uno stato di allarme livello DefCon 3. In pratica, ero attivata come l’intera Difesa americana dopo l’attentato dell’11 settembre.
Federico finalmente rispose alla mia domanda, e ciò che disse non fece altro che confermare i miei sospetti circa le sue intenzioni. Eravamo troppo vicini e, sotto le ceneri della nostra storia, ardeva ancora qualche particella incandescente.
«Allontanati, Victoria, perché io non sono in grado di farlo. Allontanati, perché sto per esaurire il controllo su ciò che desidero, e ciò che desidero, oggi come ieri, è la tua bocca sulla mia. Tu non sei pronta per le inevitabili conseguenze che questo comporterebbe, e forse nemmeno io. Perciò ti prego, Victoria, allontanati da me.»
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«Vampiri.»
Ci voltammo tutti e tre verso la porta della stanza. Domiziano era in piedi di fronte a noi, gambe leggermente divaricate e braccia conserte. Lo sguardo serio e concentrato.
«Impossibile» disse Federico. «Se fossero vampiri, dovremmo percepire la loro scia.»
Domiziano ci squadrò uno a uno. «Non è detto, soprattutto se dovesse trattarsi di vampiri d’alto rango.»
«Impossibile» ripeté Federico. «Non avrebbe senso. Perché un membro del Collegio dovrebbe introdursi di nascosto in casa vostra e lasciare un biglietto ambiguo?»
Domiziano trattenne a stento una risatina. «Non offenderti Federico, saranno le ciocche decolorate, ma a volte sembri davvero “biondo”.»
Devo appuntarmi di togliere quanto prima il collegamento internet al nostro padre-vampiro acquisito, ormai guarda troppe serie tv e comincia a parlare come un ragazzino.
Il mio migliore amico ovviamente si offese e mise una specie di broncio, mentre Victoria fu colta da una risata isterica e io, in quel momento, desiderai una cassa intera di Jack e una sbronza colossale.
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Non fu quello che disse, ma come lo disse. Domiziano sapeva qualcosa di cui noi eravamo all’oscuro, e per adesso sembrava aver preso la decisione di non condividere con noi le sue informazioni.
Stavo per chiedergli conferma circa i miei sospetti, quando dal piano inferiore si levò improvviso un forte rumore di vetri infranti, seguito da un tonfo fragoroso e da un urlo. Silenzio. Un altro urlo, più lungo e lacerante rispetto al primo.
Non feci in tempo a imprecare che tutti e quattro eravamo già in salone.
Mi bloccai di colpo. «Oh porco diavolo!»
A urlare era stata Jane. Alexander si trovava attaccato al muro di fianco al camino. E quando dico attaccato, intendo proprio attaccato.
Il suo petto era attraversato da un’antica lancia, la stessa lancia che lo teneva incollato alla parete, a circa un metro da terra. Il capo riverso, mentre sul pavimento si stava allargando una cospicua pozza di sangue. Con la coda dell’occhio, notai la grande porta-finestra del salone andata ormai in frantumi.
«Aiutatemi, presto» comandò Domiziano, già intento a prestare i primi soccorsi.
Federico prese Alexander per le gambe e lo sollevò leggermente. «Fate piano, bisogna spostarlo senza togliergli subito la lancia dal petto. Non sappiamo quali danni abbia generato.»
Con pochi e rapidi movimenti, riuscimmo ad adagiarlo sul parquet. Il sangue era dappertutto. Victoria abbracciava Jane, in preda a una vera e propria crisi isterica. Alexander era pallidissimo.
«Adesso dobbiamo sfilare la lancia per valutare la ferita» disse Federico.
Jane si fece scappare un altro urlo.
«Falla smettere, oppure portala via» sbraitò Domiziano in direzione di Victoria.
«Non sei d’aiuto, Jane. Devi essere forte, Alex ha bisogno di te» le disse mia sorella, accarezzandole piano i capelli. Jane annuì, nei suoi occhi il panico più profondo.
Con un colpo secco spaccai la lancia in modo che rimanessero solo pochi centimetri oltre il busto di Alexander. Lui emise un piccolo gemito di sofferenza. Era un buon segno.
«Tienilo fermo, Fede» intimai al mio amico.
Federico da una parte, Domiziano dall’altra. Entrambi mantenevano immobile il corpo di Alexander. Cercai di essere più rapido possibile. Un unico gesto e ciò che rimaneva della lancia era nelle mie mani. Alexander sussultò e un potente fiotto di sangue mi colpì in pieno petto. Premetti le mani sulla ferita che si trovava all’altezza del cuore. Domiziano scattò in piedi e si fiondò in cucina. Tornò poco dopo con tre sacche di sangue.
«Gregorio, aprigli la bocca.»
Feci come aveva ordinato e lui cominciò a far scendere il liquido rosso nella gola del vampiro ferito.
«Maledizione, non funziona.»
Alexander non trangugiava.
Jane cominciò a singhiozzare senza versare lacrime. Victoria non si era mossa dal suo fianco, la tensione nella stanza era ai massimi livelli.
Domiziano aprì la seconda sacca e ripeté l’operazione. Ancora nessuna reazione.
«Serve sangue di vampiro» sentenziò infine il mio Creatore. «Jane, avvicinati.»
Jane non si mosse, sembrava pietrificata.
Domiziano a quel puntò esortò l’intervento di mia sorella. «Victoria!»
Lei non si fece pregare. Prese Jane di peso e la portò vicino ad Alexander.
«Mio dio, è morto» strillò a quel punto la vampira.
«No, ma potrebbe esserlo presto se non ti sbrighi ad aprirti una vena» affermai secco.
Jane tremava e i suoi occhi erano cerchiati e iniettati di sangue.
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«Io possiedo un dono. Posso percepire le anime delle persone e comprendere quanto elevate queste siano.»
Con poche parole era riuscita a catturare tutta la mia attenzione e il divertimento di poco prima era un vago ricordo.
«Che cosa intendi quando dici “elevate”?» domandai.
Elisabetta si guardò intorno per essere sicura che nessuno stesse ascoltando la nostra conversazione. Non c’era pericolo, gli avventori del locale erano pochi e io avevo fatto in modo che ci stessero lontani emanando una serie di segnali negativi che dagli umani potevano essere percepiti solo a livello inconscio.
«Più sono ricche di energia, più sono elevate. Ovviamente si deve essere in sintonia con lo spirito della Natura e di Madre Terra per essere un’anima elevata, se capisci cosa intendo…»
«Streghe» mormorai.
«Esattamente» confermò Elisabetta.
«Qualche parente?»
«Mia nonna era una medium, ma soprattutto un’alta sacerdotessa wicca.»
Abbassai gli occhi. «Interessante.»
Mi fece cenno con un dito di avvicinarmi. La assecondai e mi sporsi sul tavolo. Lei abbassò ancora di più la voce. «Gregorio, non ho mai visto né la tua anima, né quella di Victoria.»
Un senso di fastidio si attorcigliò nel mio stomaco. Indietreggiai. «Avrai il circuito spia-anime difettoso.»
La mia battuta non sortì alcun effetto. Elisabetta scosse la testa. «Io dico che invece funziona alla perfezione e voi non siete mortali.»
E che diavolo.
Non avevo intenzione di mentire, perciò finii la birra, poi incrociai le braccia sul petto, assottigliai gli occhi, e rimasi a guardarla in silenzio.
Jo Rebel è una giornalista italiana. Da sempre appassionata lettrice, l’opera della svolta per lei è stata “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen. Si augura che una briciola del mistero e del tormento di Mr. Darcy unita a una goccia della passione e della perversione di Lestat de Lioncourt possano entrare in ognuno dei suoi personaggi maschili. Adora viaggiare, sia in aereo sia con la fantasia. Vive a Torino con Mia e Leia, due dolci gatte compagne di avventure, e non potrebbe mai rinunciare al computer, al caffè, alle bibite gassate, alla sua collezione di cd dei Bon Jovi e ai dvd delle sette stagioni di Sons of Anarchy.
Ha pubblicato una prima edizione di “Craving” (urban fantasy) con una casa editrice, poi, appena tornata in possesso dei diritti d’autore, ha pubblicato la nuova edizione in versione self, con capitoli inediti. A questa ha fatto seguito “Bleeding”, secondo capitolo della saga. Il terzo e ultimo volume è in fase di scrittura. Ha pubblicato anche una serie romance di cui per ora fanno parte “Come pioggia sulla pelle” e lo spin-off “Come foglie sospese nel vento”, entrambi autoconclusivi.
Tutti i romanzi di Jo Rebel si trovano su Amazon, ebook (anche per KU) e cartaceo, oltre che in alcune librerie.
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