Il pregiudizio e la vergogna rappresentano per Paolo dei tormenti, scogli insormontabili da affrontare giorno dopo giorno. Sa che deve lottare innanzitutto con sé stesso e poi con gli altri per vedere riconosciuti i propri diritti, le proprie libertà. “Cosa hai fatto nel week end?”, domanda che liquida da sempre con un laconico “niente di che”, è l’argomento che odia di più in una conversazione poiché racchiude tutte le frustrazioni che lo attanagliano. Nascondere la sua sessualità lo disgusta, ma soprattutto non poter gridare al mondo intero “amo il mio uomo” lo logora. Il solo pensiero di diventare oggetto di aspre critiche e argomento delle più infime meschinità lo induce a starsene da solo in disparte, senza dare nell’occhio. Se questo accade nel rapporto con le persone che lo circondano, non va meglio con il suo sé. La sofferenza interiore, la mancanza di coraggio nel fare coming out, lo hanno condotto ad una lucida follia. Immagina, infatti, di essere in perenne contrasto con la coscienza e la consapevolezza che vede in forme umane. Una sera, dopo l’ennesima discussione con queste, non vedendo più via d’uscita alla sua personale tragedia, esce di casa deciso a commettere un gesto estremo.
Non ho capito di cosa si trattasse finché non ho cominciato a leggere, quello che pensavo fosse un romanzo lgbt si è rivelata una sceneggiatura teatrale, per me è la prima volta che mi confronto con questo tipo di opera!
Ho chiuso gli occhi e ho immaginato il sipario aprirsi… ho cercato di visualizzare i personaggi, dandogli un volto, una voce, dei vestiti e una movenza, ho cercato di immaginarmi le loro emozioni (sdegno, rabbia, vergogna, schifo, saccenza, paura, arroganza, tristezza), ho indossato i panni di Paolo, ho sentito sulla pelle la sua profonda lotta interiore e la sua paura nel vivere allo scoperto il suo vero essere!
Sono stata spettatrice e attrice di quella che si è una sceneggiatura teatrale ma anche, ancora troppo spesso, vita vera!!!
Da leggere tutta d’un fiato e far sedimentare per dar modo al pregiudizio di abbandonare i nostri cuori!
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