: Dopo venticinque anni passati al fronte, Gaio Valerio Carbone fa finalmente ritorno a Roma, intenzionato a ritirarsi e vivere finalmente in pace. Ma molte cose sono cambiate dalla sua partenza, e ora Carbone si ritrova senza amici, senza famiglia e senza casa. Quando diventa casualmente il proprietario di una locanda che ha difeso dall’assalto di alcuni banditi, il futuro sembra finalmente sorridergli.
A sconvolgere il precario equilibrio che si è appena ricostruito, però, arriva la notizia che la figlia dell’uomo che lo aveva guidato a Teutoburgo, Rufa, è stata appena venduta come schiava alla potente sacerdotessa Elissa. Quando il padre di Rufa morì in battaglia accanto a lui, Carbone gli promise che avrebbe sempre protetto la figlia: è giunto quindi il momento di onorare quel giuramento.
Ma la sua missione è più pericolosa del previsto, perché Elissa è a capo di un culto segreto che mira a rovesciare l’impero dall’interno…
Carbone ritorna dopo venticinque anni a Roma e prende sotto la sua ala protettiva la schiva Rufa e sua figlia, a seguito di una promessa fatta al padre.
Carbone dovrà fare i conti con l’ira della sacerdotessa Elissa, che metterà a repentaglio tutto l’impero.
Molti sono i personaggi da ricordare e che entrano in scena, e devo ammettere che questo ha rallentato la lettura, andavo avanti e indietro per ricordarmi parentele o rapporti con i protagonisti.
Ma è stato entusiasmante rivivere Roma e il suo splendore, scoprire la vita da schiava e le loro emozioni.
Vedere come un centurione si innamora di una donna perduta.
Carbone, Vespillo, Elissa, Scrofa, Rufa e i vigiles. Tutto ruota intorno a Roma, tutto sa di Roma.
La dialettica è abbastanza forbita, ma nella traduzione qualche “espressione troppo attuale” ha “inquinato” il parlare del tempo imperiale.
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