momento di svelare ufficialmente la cover che SP Graphic Design ha realizzato per
Cerca un rifugio lontano da me, standalone di genere dark cartel. La
foto è della bravissima Regina Wamba. Non ho solo la cover qui con me, ma anche la trama
e la data di pubblicazione. :3
FORMATO: digitale e cartaceo
Dark cartel
Anti-hero possessivo e st****o
Enemies-to-lovers
Protagonista femminile con gli attributi
Angst
Autoconclusivo
Non so quanto resto in isolamento. La fame viene e se ne va. La sete resta. Arrivano i cavi elettrici, se ne vanno insieme alle mie unghie dei piedi. Borbotto il giuramento del cartello, però sono troppo stanco. Forse non lo sente, di sicuro perdo i sensi.
Mi desta insieme a una secchiata gelida sul petto nudo. La mia testa ciondola di lato.
Nello stordimento distinguo il sibilo della fiamma ossidrica. Mi sento il pupazzetto con la testa a molle che ti sorride dal cruscotto.
Dei tacchi risuonano nell’androne. Blanca appare alle sue spalle in una giacca di pelle nera, corpetto e jeans attillati. È tanto pazza quanto bella. Era una spedizioniera che ha fatto carriera con l’omicidio di un avversario pericoloso. Da allora è diventata famosa. Un gran paio di tette strette in abiti provocanti e una Glock fumante in mano. Qualunque uomo ci perderebbe la testa. E così è stato. Sbattersela è come sfidare la Santa Muerte, lo so per esperienza personale. Con lei si possono realizzare quelle fantasie che a una moglie nemmeno proporresti. Si scopa mezzo cartello per sbandierare la sua indipendenza dagli uomini, persino dai più potenti. Tutti la prendono, nessuno la trattiene. Le uniche amicizie che le interessano, sono quelle indispensabili per raggiungere uno scopo superiore: diventare una reina.
Non punta il suo uomo. Mi sorride con due labbra che svelano: accontentalo e mi inginocchierò per te. È sexy, seppur meno della donna che ho voluto fottermi per settimane.
Lui si volta a guardarla, poi scruta me.
«Aspetta», interviene Blanca affiancandolo.
«Convinco io questo stupido.»
Lui si passa la lingua sui denti mentre la squadra, infine annuisce. Lei siede a cavalcioni su di me senza attendere oltre. Il dolore saetta dal basso verso l’alto.
«Cosa hai fatto di bello laggiù?» Mi avvolge le braccia intorno al collo. «Mi hai portato un regalo?» Col cazzo che Blanca mi respingerebbe. Un’altra sarebbe disgustata dal sudore, dal sangue e dal piscio, lei invece mi lecca il labbro spaccato, infila la mano nei miei jeans.
Perché Rosa non si lascia andare quanto lei?
«Ah, sì, eccolo», lo tira fuori con voce sensuale. Il suo pugno inizia a scendere e salire.
«Racconta allo zietto cosa hai scoperto e io ti mando in paradiso.»
Non mi si rizza nonostante la sega. Troppe scosse elettriche. Ondeggia i fianchi e odio aver perso la sensibilità proprio adesso. Detesto avere le mani legate dietro la schiena. Quelle tette posso solo contemplarle, rievocare la morbidezza del seno di Rosa. Mi avvelenano i pensieri.
«Hai scelto una giornata di merda», le sussurro. Sono nel girone dei dannati, a un passo dall’implorare di allungarmi la vita per il tempo di una scorpacciata di burritos- quanto basta per scopare Rosa un’ultima volta.
«Che mi dici della donna?» Blanca mette passione quando masturba un uomo.
Sospiro per non chiedere di lei.
«Questo non ci interessa, Blanca.»
«Si dice che sia molto bella, è vero? Più di me?»
Non immagini quanto.
«Non ti ho mai visto sorridere così.»
«Sono solo felice di rivederti.»
«Basta, Blanca.» Lui la tira via per una spalla. «La campanella del secondo round è suonata.»
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Cerca un rifugio lontano da me.
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