Quando Lee è arrivata ad Amsterdam per la prima volta, aveva con sé un bambino appena nato e un segreto. Sono trascorsi cinque anni da allora e le cose sembrano essersi messe per il verso giusto: la sua carriera di fotografa di celebrità è decollata, suo figlio Jasper sta crescendo, ed entrambi non vedono l’ora di trascorrere le vacanze di Natale con gli amici.
Ma tutto questo è destinato a cambiare quando, una mattina, Lee trova nel cestino della sua bicicletta un libro con un messaggio all’interno. Chi è stato a scriverlo? Spinta dalla curiosità, rintraccia il proprietario del libro, Sam. E tra loro scatta istantaneamente una connessione improvvisa quanto innegabile.
Ma mentre la neve cade e il ghiaccio si addensa sui canali della città, il segreto che Lee ha tenuto nascosto tanto a lungo riaffiora. E in un istante tutto ciò che le è caro sembra sul punto di crollare e infrangersi.
Riuscirà a sistemare le cose in tempo per Natale?
Si inizia a sentire l’atmosfera tipica natalizia e, con essa, arriva anche l’uscita di Karen Swan.
Presente sempre in questa festività con l’uscita tipica di Natale, con l’atmosfera e quei sani principi e sentimenti che, da sempre, scrive sui romanzi del genere in essere.
Della serie “Non è Natale senza il libro della Swan.”
Inizio già da ora a leggere trame e libri natalizi, ingorda, insaziabile e avida, arrivando a Natale sazia e soddisfatta.
La trama è bella corposa, questa volta non si ha spensieratezza tra i protagonisti, anzi, Lee porta con sé un bagaglio non indifferente.
Un passato che torna a farle visita ogni notte sottoforma di incubi e che non le farà apprezzare quella quotidianità acquisita lentamente grazie a suo figlio Jasper.
Il fardello del suo passato verrà diviso tra lei, Lee – Fitch, per il suo collega – e Cunningham.
Cronista di guerra lui, reporter di guerra freelance lei.
L’ISIS alle spalle, Aleppo, Kobane, striscia di Gaza, Jarabulus, edifici distrutti, auto in fiamme, le urla della gente, le lacrime dei bambini, il ratta-ta-ta degli spari che fanno da colonna sonora, scuole deserte, strade inesistenti, amici scomparsi, sorrisi disfatti, questi sono i ricordi che affliggono la protagonista nelle lunghe notti invernali.
“Ti dirò cosa mi manca di tutto quello. Vivere in posti del genere ti fa apprezzare il momento. Quando si vive al minuto, non si perde tempo a rimuginare sul passato o a preoccuparsi del futuro. Hai solo il qui e ora, ed è liberatorio.”
Una trama ben sviluppata, sapientemente guarnita della giusta dose di “orrori”, ricordi, amicizia, famiglia.
Ho tenuto il fiato in gola per gran parte della storia, sospettando qualche verità ancora nascosta da svelare, un giornalista che rivendica la vita, una vendetta da adempiere in nome di quell’antica amicizia, ritornare i due moschettieri.
Risanare il passato per vivere quel presente più sereno, senza più paure.
Le fotografie hanno il potere di cambiare il mondo, hanno quel potere di portare alla luce una verità che a occhio nudo sfugge.
Due saranno le storie che verrano sviluppate, una che continua a vivere nel passato e l’altra, quell’”AIUTAMI”, troppo forte per essere ignorato.
“Lascia che ti dica una cosa, non esiste il lieto fine delle favole, sono tutte stronzate… Non venirmi a dire che in voi c’è qualcosa di difettoso.”
Un Natale ad Amsterdam che porta con sé molte tradizioni e chi lo sa se il buon Santa Claus metterà l’amore nel sacco, questa volta?
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