Dopo la strabiliante esperienza vissuta ai London Squash Internationals, Nick O’Grady decide di tornare al suo paese d’origine nella Contea di Boyle e dagli affetti più cari. Le pesanti accuse nei suoi confronti sono ormai acqua passata e una nuova vita lo aspetta nella fattoria di famiglia, a fianco dell’amata Rose. Tutto sembra essere tornato alla normalità, finché un perfido e rancoroso avversario non decide di infiltrarsi meschinamente nei progetti personali e sportivi di Nick, il quale non potrà che accettare un’altra pericolosa sfida.
Mi ero fatta una cultura su questo sport nel primo libro e, se nel primo ho dato più attenzione ai particolari del gioco, agli schemi e alle tecniche, in questo, invece, mi sono gustata la competizione e devo ammettere che tra Match ball e Game ball sono caduta nella rete dello Squash.
Avevamo lasciato il nostro protagonista con la vittoria ai London Squash Internationals e il suo desiderio di ritornare nella sua madre patria.
Ripartiamo, appunto, dal suo ritorno e tutti gli elogi che ne conseguono. La cittadina sembra aver dimenticato il grave torto che gli hanno fatto e anzi ne tessono le lodi e gli intitolano il campo di gioco.
La vita sembra essere tornata alla normalità e, nonostante gli anni persi, ha ritrovato un nuovo equilibrio accanto a Rose.
Ma… c’è sempre quel ma che aleggia su quel lieto fine, “Finalmente ti ho scovato, Nick O’ Grady. Voglio proporti una sfida… firmata BuckStarrup”.
Era giunta l’ora della resa dei conti.
La scrittura è coinvolgente, scorrevolissima e le poco più centinaia di pagine verranno divorate in attesa di quel match finale, tanto atteso.
Affronteremo la sua ultima vittoria o la sua prima sconfitta?
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