È passato un anno e mezzo da quando i genitori di Effie hanno divorziato e lei, che credeva fossero una coppia felice, ancora non si capacita che sia potuto succedere. Da allora ha progressivamente preso le distanze da suo padre che sta con una donna molto più giovane di lui, Krista, postando foto imbarazzanti su Instagram con hashtag del tipo: #sessoasessantanni e #vivailviagra!.
Quando poi Effie scopre che i due hanno venduto la vecchia e stravagante casa di famiglia dove lei è cresciuta e, come se non bastasse, hanno organizzato un party esclusivo per l’occasione, è davvero furiosa. Sua sorella e suo fratello accettano l’invito – quei traditori! – ma lei non intende andarci, finché non le viene in mente che, nascoste sopra un camino, ci sono ancora le sue preziose bambole russe: Effie deve assolutamente trovare il modo di recuperarle senza farsi vedere durante la festa.
Sembra un gioco da ragazzi, ma non lo è.
Le matrioske sono introvabili e mentre lei le cerca affannosamente, nascondendosi di volta in volta in posti improbabili, si ritrova a tu per tu con Joe, l’ex fidanzato di cui è ancora innamorata, e ascolta suo malgrado conversazioni private scoprendo verità sconcertanti sulla sua famiglia…
Nel corso del weekend più rocambolesco della sua vita, Effie inizia a vedere le cose sotto una nuova luce e capisce che deve fare i conti con il suo passato.
Attenti all’intrusa! è la nuova irresistibile commedia di Sophie Kinsella, che con innato senso dell’umorismo e grande spirito di osservazione racconta le incomprensioni e i delicati meccanismi che regolano i rapporti familiari in tono divertito e toccante al tempo stesso.
Ho letto ogni romanzo di Sophie Kinsella e l’umorismo è sempre stata una costante nei suoi racconti. Questa volta ho percepito una nota più amara, un’ introspezione inattesa.
Il personaggio della protagonista, Effie, è come da cliché, un tipo incasinato che riesce a mettersi sempre nelle situazioni più imbarazzanti, ma i sentimenti che la muovono sono davvero contrastanti.
Ha subìto il trauma del divorzio del padre con la donna che le ha fatto da mamma, rompendo l’idillio della famiglia perfetta che si era creata nella testa, odia ferocemente Krista, la nuova fidanzata del padre che tiene l’uomo a distanza dai suoi figli e…ciliegina sulla torta: la casa della loro infanzia viene messa in vendita.
Tutti conserviamo i ricordi della casa della nostra infanzia e Greenoaks per Effie e i suoi fratelli è il luogo magico dove passaggi segreti e soffitte nascoste erano il luogo dei loro giochi, la casa sull’albero il rifugio dove nascondersi e la collina il posto eletto per il falò e le nottate passate sotto le stelle.
Dire addio a tutto questo è doloroso, se poi viene abbinato ad una profonda crisi familiare, diventa straziante, come buttare alle ortiche tutto ciò che è stato, bollandolo come una finzione.
Dal divorzio questa famiglia si è sgretolata, le conversazioni sono forzate, nessuno è più sincero verso l’altro, come una matrioska, ognuno si nasconde dentro le altre bamboline di legno, non facendo trasparire i propri sentimenti.
Effie non vuole partecipare alla festa di addio che Krista ha organizzato per salutare Greenoaks, ma lei deve assolutamente recuperare se sue bamboline di legno, compagne inseparabili della sua infanzia. Organizza così una missione in incognito per intrufolarsi nella casa, ma nascondendosi qui e là assisterà alla pantomima messa in scena dalla sua famiglia e dagli altri ospiti, oltre a scoprire i piccoli segreti che ognuno nasconde. L’orgoglio le impedisce di farsi vedere, ma dentro di lei la missione originaria lascia il posto al voler scoprire di più sulle intenzioni dei vari membri di questa famiglia fatta a pezzi dalle incomprensioni e dalle parole non dette.
E’ quindi un romanzo agrodolce, più che comico, dove vengono al pettine i nodi delle dinamiche familiari, i ricordi tornano a galla prepotentemente e si cerca di fare la cosa giusta per sistemare tutto. Anche se non ha rispecchiato le mie aspettative, ho apprezzato molto il modo in cui la tematica è stata sviscerata ed affrontata, rendendomi partecipe del dolore profondo della protagonista.
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