Reese:
Doveva essere un incarico semplice. Il genere di lavoro che ti affidano dopo che sei stato via per un po’ e il tuo capo non è più sicuro delle tue capacità, mi spiego? Ma poi saltano fuori un’aggressione, un rapimento, due criminali e un ricatto.
E proprio in mezzo a tutto questo, c’è una bellissima anima smarrita che ha bisogno di me. Il giovane e spaventato maniaco dei videogiochi scatena tutti i miei istinti protettivi e risveglia dentro di me qualcosa che è pronta a buttarsi e farlo suo.
Ma come potrei avere qualcosa da offrire a qualcuno come Ben? Io sono un disastro. Ferito, sfregiato, praticamente non dichiarato, il figlio facilmente riconoscibile di un uomo famoso… Non c’è modo che possa chiedergli di darmi una possibilità per un futuro insieme. Giusto?
Ben:
Mi sembra di aver badato a me stesso da solo per tutta la vita. Diamine, sono addirittura stato dato via il giorno in cui sono nato. E sì, magari, se i miei genitori adottivi fossero sopravvissuti, avrei potuto avere una bella vita. Ma non è stato così. E non ho una bella vita. Sono invece costretto a sopportare un genitore affidatario odioso e calcolatore, pur di potermi occupare della mia sorellina.
Solo che, quando un tentativo di ricatto porta la piccola Georgienelle mani di alcuni delinquenti, è chiaro che sia io la sua unica speranza. Almeno… finché non incontro la grossa, forte guardia del corpo che qualcuno ha mandato a proteggermi.
Reese è tutto quello che ho sempre sognato: protettivo, premuroso, affettuoso e devoto. Ma nasconde qualcosa, e io non ho né il tempo né l’energia per scoprire cosa. Perché il tempo sta per scadere, e Georgie è l’unica famiglia che mi sia rimasta.
Finché il fratello biologico che non mi ha mai voluto si presenta e rivoluziona tutto.
Dopo aver finalmente accettato che io e Georgie fossimo soli, trovarmi all’improvviso innamorato del mio protettore e circondato da Griff e dal clan Marian mi fa mettere in discussione tutto ciò che ho sempre saputo su me stesso e su cosa definisca una famiglia.
Può mai un ragazzo con un passato lacerato costruire una famiglia con qualcuno che sembra troppo bello per essere veri.
Hi readers Sale e Pepe,
Oggi vi parlo del libro “Made mine”- crossover tra la serie Protectors (vol.10) scritta da Sloane Kennedy e la serie Made Marian (vol. 8) scritta da Lucy Lennox.
In questo libro le autrici hanno deciso di farci scoprire cosa succede quando un gruppo di tosti vigilanti incontra una grande famiglia dal cuore d’oro, ma senza alcun limite e pudore.
Detto questo il libro può essere letto come stand-alone, però io, per avere un minimo di prontezza di ciò che state leggendo, vi consiglio di recuperare almeno la lettura di Grounding Griffin, il quarto libro della serie Made Marian uscito in italiano, sempre per Triskell edizioni e, se leggete in inglese, anche Unexpected, il decimo volume della serie The Protectors (che da noi dovrebbe arrivare per Quixote Edizioni).
Inizio subito col dire che di questo libro della Mad Marian series mi è piaciuta la ridotta presenza proprio della famiglia Marian, che negli ultimi volumi, secondo me, era diventata talmente presente rispetto alle varie coppie da essere fastidiosa.
Fortunatamente, qui i toni sono molto meno estremi e, come dicevo, pur presenti, i Marian non sono i padroni indiscussi della scena.
Ben e Reese sono due personaggi ben costruiti e veri, con le loro fragilità ma anche con tanta forza interiore.
Di Reese, mi dispiace dire che alcune motivazioni sui suoi comportamenti, non conoscendo bene ciò che è successo nei libri precedenti della serie Protectors, secondo me si perdono un po’, ma concentrandoci sul presente, il suo è un personaggio che ho apprezzato, così come Ben.
Tra loro scatta un’attrazione immediata…forse troppo, vista la situazione di pericolo in cui si conoscono e le circostanze che li portano a legarsi. Però devo dare atto alle autrici che il modo in cui poi si conoscono e instaurano un rapporto è ben sviluppato, anche se “semplice”, quasi come se fosse destino. Un classico colpo di fulmine che si trasforma presto in qualcosa di più intenso, ostacolato però agli eventi esterni. Questi eventi a cui faccio riferimento, però, sono forse la parte che mi ha delusa maggiormente, ho trovato sia lo sviluppo che la risoluzione di tutto un po’ banale e molto “leggero”. Capisco che lo stile dei libri di questa serie (la Marian) sia così e quindi la poca tensione è in linea con questo aspetto, però visto la presenza dei protagonisti della Protectors mi aspettavo qualcosa in più.
È stata una lettura piacevole, ma per il momento non credo di voler ancora tornare nella famiglia Marian. Al contrario spero di leggere presto gli altri volumi della serie Protectors perché ho già amato i primi tre e aspetto, in particolare, la storia di un certo Presidente.
Lettura consigliata, ma secondo me da fare dopo la lettura di entrambe le serie per non perdere tutte le sfumature del caso ed evitare confusione e pezzi mancanti.
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