“Mi chiamo Nìgariel Gardell, sono stato uno scienziato, un soldato, un amico, un traditore, uno sciocco. Aggiungerei anche pazzo, ma quello lo sono tutt’ora. Ho amato, con tutte le mie forze, ma raramente l’amore è sufficiente. Ho visto il meglio e il peggio di ogni Razza dell’Ombra, ho visto le favole prendere vita, ho ingannato il tempo per assistere ad avvenimenti che giudicavo impossibili, e ora voglio raccontarveli.”
Dopo un’ibernazione di quasi cento anni, Nìgariel si risveglia in un mondo profondamente cambiato, dove gli Umani hanno perso il predominio e i Maghi, gli Elfi e i Nani possono finalmente vivere alla luce del sole. La Guerra dell’Ombra contro gli alieni Korg è alle porte e Nìgariel per sopravvivere dovrà trovare il suo posto e scendere a compromessi con i suoi lati più oscuri, che prenderanno sempre più di spazio.
“Affinché possiate capire, bisogna partire dal principio. Tutto è iniziato con una morte. Se vi hanno detto che la morte non è un inizio, credetemi, vi hanno mentito.”
Ho iniziato la lettura con un po’ di terrore… poi, continuando, ho capito una cosa: avrei bramato il seguito come acqua nel deserto!
L’inizio mi ha destabilizzata perché mi è sembrato un horror, ma poi si capisce il motivo per cui è stato narrato in quel modo e non lo si può che apprezzare. Dobbiamo aver chiaro sin da subito con chi abbiamo a che fare.
La narrazione, quindi, risulta incalzante e non ha mai punti morti. Questo primo volume spiana la strada ai seguiti e fa intendere che le cose potrebbero andare in tanti modi diversi, a seconda delle variabili. Se il finale sarà di nostro gradimento, non lo sapremo finché non lo leggeremo, ma lascia intendere che le cose potrebbero andare davvero molto, molto male per i nostri cari personaggi.
Ma partiamo dall’inizio: Nìgariel è un genio dei nostri tempi, è uno scienziato con delle grandissime capacità, che ha inventato la cosiddetta Bara Glaciale, uno strumento atto all’ibernazione. Si ritrova lui stesso a dover fare da cavia, quando fugge da alieni che hanno tentato di ucciderlo… Fidatevi, detta così non rende, ma dovete leggerlo perché tutto quello che accade dopo ha dell’incredibile o meglio, del fantastico, in tutti i sensi.
Il nostro protagonista diventerà qualcuno di diverso nel mondo in cui si ritrova a cominciare una nuova vita, una in cui gli Umani saranno quasi mentalmente assenti e totalmente diversi da quelli che conosceva lui. Tante sono le peripezie da affrontare, tanti sono i personaggi che abbiamo modo di conoscere sempre meglio, una in particolare avrà la sua e la nostra totale attenzione: Dehrit. Erede del Regno dei Maghi, la bellissima combattente si troverà ad essere quasi un’ossessione per Nìgariel tanto che avremo modo di conoscerla proprio tramite le “incursioni” del protagonista – cosa che, ad un certo punto, ha iniziato a darmi fastidio, ma posso capire che potrebbe servire come turning point nel rapporto tra i due protagonisti.
Alkon è un altro personaggio importante, seppur molto controverso. Lui e la relazione con Dehrit nascondono qualcosa che ci viene accennato ma che, sono sicura, verrà spiegato solo nei prossimi romanzi. Insieme a lui, altro personaggio dai mille segreti è Lèhiron, il capo dei capi, colui che ha tra le mani le sorti del mondo…
Ho molto apprezzato la creazione di un worldbuilding che, seppur non troppo originale, è stato in grado di farne uscire qualcosa di nuovo.
È un fantasy distopico post-apocalittico con l’incursione di alieni, Maghi, Elfi e Nani. Non poteva non piacermi! È un mondo particolare, in cui non c’è una sola verità ma di cui noi lettori conosciamo una sola versione.
Ringrazio Phedre per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo e non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà negli altri volumi! Mi piace come scrive e la sua storia mi ha affascinata.
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