Recensione “80 lettere dal paradiso” di Samantha Bevoni

 

Prima di morire, un indefinito mittente spedisce alla persona amata, dall’identità ignota, un pacco di ottanta lettere, che si articolano lungo il corso di un anno solare. Lettere d’autunno, d’inverno, di primavera e d’estate: ogni ciclo prende ispirazione dalle peculiarità che contraddistinguono ogni stagione. Scrivere diventa un pluriforme modo per portarsi verso la morte meditando e, dopo la morte, per ritrovare se stessi, accompagnando chi si ha amato verso il graduale ritorno alla vita.

 

Questa è una raccolta di frasi più o meno brevi.

Suddivise in 4 stagioni, ognuna è un incitamento al ricordo e/o all’aggrapparsi a qualcosa per ricordare la donna che sappiamo essere già morta e andare avanti con la propria vita.

A volte ho avuto la sensazione che chi scrive voglia sì permettere a chi ha ricevuto le lettere di proseguire con serenità la propria vita, ma anche di non smettere di ricordarla. Come chi rimane vorrebbe non lasciare mai andare chi non c’è più, lei che se ne è andata, sarebbe voluta restare in vita.

 

Questa raccolta è molto, molto breve, si legge in qualche minuto.

Leggendo la trama, mi aspettavo delle lettere vere e proprie, non frasi. Per quanto fosse particolare, non ho molto apprezzato lo stile, che credo sia più adatto a chi è abituato a leggere e capire le poesie. Non c’è una storia di partenza, non c’è un appiglio da cui partire per comprendere a fondo il senso delle “lettere”… Mi dispiace, ma non fa per me.

 

 

 

 firma Claudia

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