Recensione “Le lezioni del duca” di Joanne Wood

 

 

Londra, 1813. A differenza di tutte le giovani nubili londinesi, l’affabile e passionale Elizabeth Beckett sembra aspettare con ansia il giorno del suo venticinquesimo compleanno che, finalmente, sancirà per lei l’uscita dal mercato matrimoniale e l’ingresso nel mondo delle zitelle, così da beneficiare di minori pressioni e maggiori libertà. Ma la sua strada si incrocia con quella di Thomas, Duca di Hawthorne, enigmatico e misterioso, altrettanto determinato a non essere ingabbiato in alcuna relazione che lo induca a calare la maschera di imperturbabilità che si è costruito.
Ben presto, lui si ritroverà a combattere contro una passione bruciante, mentre lei, gelosa della sua indipendenza e ritenendolo irraggiungibile, si convincerà che sia solo un amico. Le cose cambieranno quando, attratto dall’impulsività della giovane e da una proposta troppo allettante per essere rifiutata, Thomas accetterà di insegnarle i trucchi della seduzione.
Che cosa accadrà, nel momento in cui si renderanno conto di essere stati sedotti l’uno dall’altra?

 

Con Bridgerton, il Regency è entrato prepotentemente nei cuori delle lettrici di romance, ma purtroppo il rischio di deja-vu è dietro l’angolo, anche se non si può togliere il merito a questo romanzo di essere scritto bene e di essere frizzante e divertente!

Le occupazioni dell’epoca lasciavano ben poco spazio ad alternative, quindi ci troviamo sempre in mezzo a figlie da sposare, stagioni di ballo e vacanze nelle case di campagna.

La famiglia Beckett è numerosa: una madre vedova con sei figli un po’ anticonformisti.

Per essere un periodo storico dettato pesantemente dall’etichetta, la famiglia Beckett è fuori dagli schemi: i componenti sono molto a loro agio, non risparmiano battutine allusive, non tralasciano colpi bassi per primeggiare gli uni sugli altri e soprattutto non vengono incasellati nello stereotipo che la società pretende da loro, anzi, ognuno è abbastanza libero di essere quello che si sente.

Mi è sembrato di partecipare ai loro chiassosi pranzi fra battute inopportune, calci sotto il tavolo e risatine trattenute: un’esperienza davvero spassosa! Se poi vogliamo aggiungere un posto a tavola e invitare l’amico di uno dei ragazzi, che è anche il Duca del titolo, ne vedremo delle belle.

Di sicuro il Duca di Hawthorne non è mai stato abituato a essere circondato da tanto amore e leggerezza, e inizialmente non riesce a concepire una tale atmosfera. Quello che gli preme, però, è approfondire la conoscenza di Elizabeth, Lizzie, la più grande delle sorelle che ha già incrociato in due occasioni decisamente sconvenienti. Anche se trova inappropriata (ma bellissima) Elizabeth, così come tutta la sua famiglia, da subito l’attrazione che prova per lei è dirompente.
Un uomo abituato ai rigori dell’etichetta non riesce facilmente a comprendere come ci si possa rapportare in modo tanto confidenziale, addirittura col personale di servizio, e questa famiglia stravolge tutti i suoi equilibri.

Lizzie ha 24 anni, non ama le regole, detesta uscire con lo chaperon, preferisce invece sgattaiolare di nascosto da casa, girando per Londra in piena libertà. E in due di queste occasioni ha proprio avuto modo di conoscere il Duca di Hawthorne (ancor prima di scoprire essere il migliore amico del fratello). La percezione che però ha di lui, quella severità abbinata ad una indubbia avvenenza, entra in contrasto con i suoi sensi femminili, percepisce infatti della brace che cova sotto la cenere, e vorrebbe soffiarci un po’ sopra per scuoterlo e farlo “ravvivare”.

È bello trovare ogni tanto un’inversione di ruoli, dove è la ragazza a sconvolgere le certezze dell’uomo tutto d’un pezzo, soprattutto in un’epoca  dove le donne hanno un ruolo decisamente secondario:

 

“Concordo sul fatto che questa società non offra molte possibilità a una donna. Se sei una sciocca svenevole, allora troverai subito un ricco marito che ti tradirà per il resto dei tuoi giorni, altrimenti, dal momento che le possibilità di incontrare il vero amore sono decisamente molto scarse,  dovrai arrenderti a una vita zitella”

E Lizzie non ci sta, piuttosto zitella! Un’anima ribelle per i tempi, probabilmente nata con duecento anni di anticipo, perché oggi sarebbe una normalissima ragazza intraprendente, che non si fa mettere all’angolo dai condizionamenti di genere. Lei fa quello che ama fare: scrivere, cavalcare, usare le armi, ma nell’800 questo non si addice a una donna…

 

Il romanzo non è solo balli e corteggiamenti, i personaggi attraversano anche momenti di passione intensa (come ci si aspetta da questo genere) e di crisi profonda. Ma ricordiamoci che sempre di un romance si tratta, quindi il lieto fine è garantito.

 

Quindi, nonostante le molte similitudini col primo Bridgerton, non mi sento di penalizzarlo, perché è stata una lettura piacevole, anche se non proprio originale.

 

Per i contenuti a sfondo sessuale la lettura è adatta ad un pubblico adulto.

 

# afraidtocommit

# brothersbestfriend

# tragicpast

 

Anna

firma Claudia

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