Recensione “Fall Boys” di Penelope Douglas

 

Aro non è nata sotto una buona stella. La vita le ha regalato un biglietto di sola andata per il nulla e poche opportunità per cambiare strada. E così si arrangia con piccoli sotterfugi, al servizio di una gang criminale. Non ha paura di sporcarsi le mani e fa quello che può per sopravvivere, cercando di non superare mai il limite. Fino a che una notte, dopo una serie di circostanze sfortunate, si mette in guai seri. E rischia di trascinare con sé il più improbabile dei partner criminali: Hawke Trent, troppo ricco e per bene per rischiare di rovinarsi la reputazione. O almeno così crede Aro.

Perché Hawke si sente inspiegabilmente attratto da quella ragazza scontrosa e impulsiva. E, anche davanti all’opportunità di mettersi in salvo, decide di non abbandonarla. Di provare a proteggerla.

Anche se dovesse significare sacrificare tutto.

Riusciranno a trovare un modo per evitare che la voragine li inghiotta?

 

La trama è intrigante, i protagonisti li abbiamo conosciuti nel volume precedente, la storia c’era ma è lo sviluppo che, a mio avviso, pecca e non di poco.

La confusione regna sovrana, passaggi di scene inspiegabili, protagonisti che compaiono e scompaiono senza una giusta ragione…

L’unica parola che mi è venuta in mente dopo aver chiuso il libro è proprio questa: Caos.

Ho retto, e non so come, alle 420 pagine di lettura ma devo ammettere che ho sofferto.

Perdevo il segno, le situazioni e non ne venivo a capo, dovevo riflettere e ipotizzare su come ero arrivata a quel determinato punto, alcuni passaggi per l’autrice sono sottintesi, ma per me non lo sono stati altrettanto.

Mi è dispiaciuto perché l’autrice merita, ha una buona scrittura ma in questo romanzo, a mio parere, non ha dato il meglio di sé.

 

 

 

Anna

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