Danae è fuggita a causa di una profezia: il figlio che porta in grembo, Perseo, provocherà un giorno la morte del padre, il re di Argo. Sola, incinta e lontana da casa, la principessa dovrà costruirsi una nuova vita in un modesto villaggio di pescatori.
Medusa, reclusa nelle profondità dei boschi insieme a un gruppo di donne note come Gorgoni, da sempre evita ogni contatto con il mondo esterno. Ma la sua solitudine è destinata a terminare il giorno in cui incontra nella foresta un uomo ferito: Perseo. Quando una tempesta di sabbia minaccia di distruggere il suo popolo, una tribù nomade del deserto, Andromeda sa che gli dèi esigono un sacrificio per placare la loro ira. È pronta a tutto, ma a scombinare i suoi piani arriva il giovane Perseo. La leggenda del grande eroe è una stella in ascesa nel firmamento, ma ci sono ombre che si nascondono dietro la sua abbagliante fama. Ossessionato dalla conquista della gloria, Perseo porterà violenza e distruzione nella vita di tre donne.
Il mito di Perseo dal punto di vista di Danae, la madre, e di Medusa e Andromeda.
Le tre voci narranti dipingono un Perseo inizialmente dolce e dall’animo gentile ma che si trasformerà nel più abile dei violenti, con una testa per trofeo e una moglie incapace di amare ma che subisce la sua violenza.
Un libro ricco di “storia”, di miti e leggende, della gloria di Perseo e della crudeltà nascosta da tale splendore e fama.
“La Pizia ha predetto che sarà tua figlia Danae a generare un maschio. E che lui sarà la tua rovina.”
Così si apre il libro e in qualche modo la suddetta frase aleggia in tutto il romanzo destinando il “te l’avevo detto” alla fine del romanzo.
Molti miti verranno sfatati, molte leggende poste a conoscenza del lettore, la curiosità e la voglia di sapere ti spingono a leggere capitolo dopo capitolo rimanendo affascinato ad ogni atto.
Il mito di Perseo in chiave moderna, un retelling affascinante e degno di nota, dove ogni pezzetto si incastra perfettamente dando vita a un romanzo, a mio avviso, meraviglioso.
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