Chiara Baltori e Mattia Pece, dieci anni dopo.
Può un amore folle, assoluto, totalizzante, finire da un momento all’altro? Dipende.
“L’amore non può tutto” e Chiara adesso lo sa, dopo aver lasciato il suo primo e unico amore ed essersi trasferita a ottocento chilometri da casa.
Tre sono gli anni passati separati: lei vive e lavora lontano da famiglia e amici; lui è rimasto nel posto di sempre, deluso da quello che pensava essere l’amore della sua vita.
Cos’è successo tre anni prima? Perché Chiara sceglie di lasciare tutto e allontanarsi dagli affetti di una vita?
Il ritorno per Natale e per il battesimo di Edoardo – il figlio nato dalla relazione dei suoi più grandi amici – rimette tutto in discussione. Tra madri che sono ancora molto impiccione, trappole e amici un po’ rancorosi, Pece e Baltori capiranno che non è ancora finita tra loro, perché c’è l’ennesima scommessa in ballo.
L’ultima.
Quella definitiva.
Pur essendo breve, il romanzo mi ha regalato abbastanza emozioni e devo ammettere che, chiudendo l’ebook, volevo ancora sentir parlare di loro.
Pece e Baltori è una coppia che ci farà penare, l’autrice in pochissime pagine ha saputo dare gusto alla lettura, ha saputo delineare i protagonisti raccontando tramite flash-back il passato della storia in modo da creare empatia fra lettore e protagonisti.
E’ una novella natalizia e, seppur breve, devo dire che la storia è stata ben strutturata. Naturalmente l’happy-ending è d’obbligo sia per il genere sia per il tema natalizio, ma quella leggera sofferenza dei protagonisti ti lascia comunque con il magone per gran parte del libro.
E poi quella grande prova d’amore: l’attesa.
“Perché questo fa lui: ti aspetta. Da quando ha quattordici, lui ti aspetta sempre.”
“Io ti ho amato, Pece. Così tanto e così a lungo… che poi mi sono persa.”
Ecco questo è amore, un amore non sempre rose e fiori, un amore così totalizzante che un giorno ti fermi e pensi “Ed io senza di lui, chi sono? cosa sono? che faccio?”
Ti fermi e capisci che per amare, per capire se è amore, devi riprendere te stessa, i tuoi spazi, devi capire chi sei, e non si torna indietro.
“Passano gli anni e io rimango il tuo dannato girasole; questa è la mia cazzo di condanna.”
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