Recensione “QUANDO ERAVAMO GIOVANI” di Sara Masvar

 

La famiglia Rigby ha piantato i semi per il proprio successo. Da immigrati scozzesi a possessori di terre il passo è stato breve. Jackson “Jake” e Jason “Jaz”, i figli maggiori gemelli, sono entrambi legati a Eleanor “Nora”, figlia unica nonché ereditiera designata del borghese e borioso vicino di terre Thompson-Wallace.

Ciò che unisce i tre ragazzi è un rapporto all’apparenza ovvio, ma che cela svariati segreti e compromessi.

Un avvenimento drammatico coinvolgerà sia i Rigby sia i Thompson-Wallace e cambierà la vita di tutti loro.

A seguito dell’arresto di Jaz, Jake deciderà quindi di offrirsi volontario nella US Army per poter salvare ciò che gli resta d’importante nella vita, nello specifico la sorella minore Jessica e l’amata amica Nora.

Quando arriverà in Vietnam, però, niente sarà più come prima.

La guerra, il dolore, i rimorsi, le scelte sbagliate e un destino che pare già scritto accompagneranno ogni singolo componente della famiglia Rigby nel corso delle loro vite, e la fine chiederà a ognuno di loro il saldo di un conto che, in un modo o nell’altro, andrà prima o poi pagato.

 

Un romanzo che ti scava dentro, che sa navigare fra le onde dell’animo umano, che sa prendere il nero o il bianco e trasformarli in diverse tonalità di grigio.

“Nessuna famiglia è immune al dolore” queste le parole del sottotitolo che più di tante altre possono inquadrare il senso della storia. Le condivido in pieno sia pensando alla narrazione sia alla vita vera. Quale famiglia non ha toccato con mano la sofferenza? Quale famiglia non ha almeno una cicatrice aperta che sanguina? Ma si va avanti, nel bene e nel male, con la sola speranza che la vita possa regalare anche gioia e serenità oltre al dolore.

In queste pagine ho amato tutti, anche quelli che avrei voluto odiare. Nessuno ha colpe assolute e nessuno è senza macchia. Fra tutti però mi sono sentita molto nei panni della zia… Ma vi lascio scoprire il perché.

La vita dei gemelli Jake e Jas è legata alla vicina e ricca ereditiera Nora. Siamo nel Kentucky negli anni ’60 quando ancora ceto sociale, colore, ideologie e quant’altro facevano la storia. Un tragico evento distrugge la vita di tutti: chi perde la vita, chi i genitori, chi viene accusato e finisce in carcere, chi è costretto ad entrare nell’esercito e chi si ritrova imprigionato in gabbie d’argento o nella propria omertà. Ci si chiede in continuazione chi sia il colpevole di questa spirale che trasforma tutti e che cambia le vite dei protagonisti in maniera tanto radicale. Ma niente è chiaro e definitivo. Sono le nostre scelte, è la nostra natura che ci porta a commettere errori, a mentire, a tradire, a non avere il coraggio di rovesciare la situazione. Così tutti ne fanno le spese e le conseguenze passano dai padri ai figli fino ai nipoti. Ed ecco che proprio quest’ ultimo ci narra la storia, ma mentre a noi racconta la verità, da scrittore ai suoi lettori narra una versione edulcorata, ma forse è la versione che “sarebbe potuta essere”.

Che altro dire? Bello, bello, bello.

 

 

chiara cipolla

firma Claudia

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