Recensione “Basta poco alla felicità” di Ilaria Mossa

 

Luca ha deciso: si butterà da Ponte Milvio. Credeva che Federico fosse l’amore della sua vita. Si sbagliava. Non doveva ascoltare il cuore e fidarsi ancora. Ma suicidarsi è davvero l’unica soluzione? Un angelo custode, forse, gli farà cambiare idea.

Andrea ha deciso: dimenticherà Giada una volta per tutte. Credeva di essere l’amore della sua vita. Si sbagliava. Anche se sono passati solo cinque mesi, deve stringere i denti e andare avanti. Ma riuscirà a tacere i sentimenti e buttarsi il passato alle spalle?

Giada ha deciso: riconquisterà la fiducia di Andrea. Credeva che non fosse lui l’amore della sua vita. Si sbagliava. Anche se non sarà semplice dopo il dolore che gli ha afflitto, dovrà fare un tentativo. Ma ammettere i propri errori basterà per farsi perdonare?

Per Luca felicità è morire, per Giada e Andrea è ricominciare. Tre ragazzi già segnati dalla sofferenza. Due amori indimenticabili. Un unico obiettivo: sorridere di nuovo e per sempre.

 

Non è un libro di facile lettura, non tratta temi leggeri e spensierati ma dà quell’ottica diversa su famiglia, suicidi, amore, depressione e omosessualità.

La diversità è il fulcro del romanzo, diversità che porterà a pensieri non di certo positivi. Il romanzo si apre, per l’appunto, con Federico su un cornicione a cercare di capire cosa è andato storto nella sua ricerca della felicità.

 

“C’è che finisce l’anno a fare l’amore o a brindare con gli amici. Io, sul cornicione di un ponte a pochi passi dalla morte, sarò finalmente felice.”

 

Ma ripercorriamo a ritroso gli avvenimenti.

Quattro ragazzi, Andrea, Federico, Giada e Luca, e l’altalena dei sentimenti ci travolgerà.

Soffriremo, rideremo, consoleremo, ci innamoreremo, tutto per la sua giusta fine, tutto per cercare di recuperare gli sbagli, per capire cosa c’è realmente dietro alla felicità.

Sacrificio, amore, dolore, lacrime e tante ne verseremo.

Un sentimento che mi ha travolto più di qualsiasi altro è stata la paura, paura di sentimenti nuovi, paura di non farcela, paura che tutto sia finito, paura di aver chiuso una storia per sbaglio, paura di non esserci e di esserci, paura di amare e di non saper amare.

Una breve storia, questa, che mi ha portato a vedere le feste in maniera diversa, dove non si hanno solo sorrisi e brindisi.

 

 

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