Non più sola nelle Quattro Terre, Melissa si prepara a intraprendere un nuovo viaggio.
Questa volta ha una destinazione precisa, uno scopo che le dona la forza per affrontare il nemico.
Mentre impara a gestire le sue capacità, scopre che la magia è molto più potente di quanto pensasse e deve lottare per affinare e controllare tutto quel potere.
Vecchi e nuovi amici l’accompagneranno lungo il difficile cammino.
I pericoli travolgeranno tutti loro in un susseguirsi di eventi.
La maledizione del secondo libro di una trilogia è quella che incombe solitamente sul mondo letterario, non in questo caso miei lettori, non in questo.
Possiamo considerare il primo volume come una sorta di introduzione a personaggi, mondi e dinamiche ma, in questo, tutto il suo potenziale è esploso!
Ritroviamo Melissa a Volovrya, circondata dai suoi vecchi e nuovi amici; la giovane approfondirà i suoi poteri scoprendone di nuovi, imparerà a gestirli e a comprenderne la potenza. Melissa, ricordiamolo, è una quindicenne che si ritrova catapultata in una dimensione magica, senza famiglia, con solo due amiche del suo mondo di provenienza. Non ci sono manuali o cellulari ad aiutarti, solo quello che hai dentro: la tua forza.
E questa ragazzina che si ritrova fra le mani un potere enorme, non se ne approfitta per primeggiare, no, lei mantiene la sua umiltà, chiedendo per favore e ringraziando, senza mai imporsi con la prepotenza. Gli eventi l’hanno fatta crescere, possiamo anche notare come il suo viso sia cambiato da una copertina all’altra: più affilato, segnato, gli occhi hanno perso l’ingenuità e sono diventati più duri e consapevoli.
Il suo cuore la spinge ad aiutare persone e qualsiasi cosa sia in difficoltà, la sua generosità la porta ad usare il suo potere per proteggere chi ama.
Ed è l’amore al centro di tutto, l’amicizia è la forma più pura dell’amore e quella che c’è fra lei e Lara rimane sempre in bilico, senza mai avere il coraggio di capire se potrebbe diventare un sentimento più profondo. L’amore che Melissa prova per i Celdi, i Norzi, tutti i suoi compagni di avventure che la sostengono aiutandola a muoversi per quelle terre sconosciute e, talvolta, ostili, la metterà spesso in crisi: la prospettiva di doverli lasciare, un giorno, per ritornare a Moiro, la intristisce parecchio.
Melissa è divisa tra due mondi: quello dove la aspetta la sua mamma e il resto della famiglia, dove è una ragazza fra tante, e nell’altro dove è vista come una speranza, la figlia del valoroso Teodric, investita del potere magico e destinata a grandi cose, forse addirittura, a liberare le quattro terre dalla tirannia di Selazar. Un mondo dove non c’è la musica, ma tanti amici dalle dimensioni, forme e rivestimenti di varia fattura. Un luogo dove poter essere riconosciuta e valorizzata.
Il wordbuilding è sempre ben concepito, la trama ancora più intricata del precedente volume. La storia fluisce rapida, incalzante, mettendo in scena vecchi e nuovi personaggi, confondendo le ragazze con la comparsa di aitanti soldati, mettendole nella posizione di voler sbirciare verso l’universo maschile con più interesse.
Melissa e Lara stesse, che si stanno facendo domande sulla profondità del reciproco sentimento, verranno distratte da sorrisi spezzagambe e occhi blu nei quali affogare.
Marzia diventerà una guerriera provetta e i suoi modi schietti e senza filtri mi hanno divertito enormemente.
La storia non si può raccontare, va letta, è troppo ricca di situazioni, personaggi, rivelazioni; si può dire che Melissa e il suo seguito partiranno dal punto “A” (che è Volovrya), fino ad arrivare al punto “B” (che è Bardor) dove cercheranno di liberare il padre e, probabilmente, si dovranno incrociare spade e incantesimi col tiranno Selazar e il suo esercito.
Ma fra questi punti di partenza e arrivo ci saranno un tripudio di avventure, magie, amicizie, sentimenti, momenti che mi hanno fatto sorridere, altri emozionare fino a commuovermi.
Il finale inatteso lascia una voragine dentro il lettore che, al pensiero di dover attendere un anno per il seguito, comincia a elucubrare scenari improbabili per capire come si potrà uscirà da tale situazione.
Ho seguito l’evoluzione di questo autore ripescando i suoi primi lavori e posso affermare con certezza, ed enorme soddisfazione, che in questi anni sia cresciuto parecchio professionalmente: Fabio, sei diventato un Norzi!
Scrivere un fantasy così ben strutturato, con ottomila personaggi (mannaggia a te che non vuoi fare un recap) dei quali devi saper reggere e manovrare i fili, inventarti esseri magici, la loro conformazione fisica, i loro poteri, creare nuovi mondi, la loro organizzazione, il loro aspetto, e in tutto questo far fluire una trama bella, pulita, senza splatter né spicy, dove l’amore, il coraggio e l’umiltà la fanno da padroni, beh, signori, non è cosa da tutti.
Mi sono avvicinata a questo mondo relativamente da poco e mi sono resa subito conto che ci vuole uno sforzo immane per riuscire a creare e gestire tutto con coerenza e maestria. Le cinque stelle con lode non credo di avertele mai date Fabio, ma queste te le meriti tutte!
Lascia un commento