Il giorno della caduta di Gerusalemme, Miriam Elmahdy capisce che la sua vita è ormai finita. Le case sono in fiamme, le strade si sono trasformate in fiumi di sangue e un esercito di traditori massacra ogni singolo abitante della città. Non c’è possibilità di salvezza, soprattutto non dopo che Miriam attira l’attenzione dell’artefice di tutta quella distruzione: Guerra, il secondo Cavaliere. Tuttavia, quando il gigantesco e terrificante condottiero riesce a catturarla, invece di ucciderla inizia a chiamarla “moglie” e la porta con sé al suo accampamento.
Miriam si trova così ad affrontare un futuro che mai avrebbe immaginato: il mondo brucia davanti ai suoi occhi, città dopo città, e il responsabile di tutto ciò è il suo apparentemente indistruttibile “marito”, il quale, nei suoi confronti, si dimostra tuttavia tenero e gentile, nonché deciso a fare di tutto per conquistarla.
Miriam non è sicura di riuscire a resistergli, ma se c’è una cosa che ha imparato è che amore e guerra non possono coesistere e lei deve scegliere se arrendersi e assistere alla fine dell’umanità, oppure se sacrificare tutto, sentimenti compresi, pur di fermare il Cavaliere.
Ed eccoci tornati alla rubrica “meglio tardi che mai”, ovvero, quando peschi dal fondo del kindle per leggere i milioni di libri che hai comprato e che prima o poi vorresti leggere.
Mentre il mondo sta leggendo l’ultimo capitolo de “I cavalieri dell’apocalisse”, io ho appena finito il secondo: Guerra.
Avevamo visto il mondo sconvolto dal passaggio di Pestilenza che, dopo una ritirata ad effetto, ha lasciato il posto al fratello Guerra.
Non c’è luogo migliore della (nuova) Palestina per ambientare il secondo capitolo incentrato su un argomento, purtroppo, di casa in quella porzione di mondo.
“C’è un silenzio innaturale, come se la Terra stessa non avesse parole per raccontare tutto quello che questi territori hanno dovuto sopportare”
Se Miriam Elmahdy pensava di aver toccato il fondo della sua esistenza cercando di sopravvivere da sola in quello che rimaneva di Gerusalemme, con un pericolo costante a ogni angolo, non poteva minimamente immaginare quello che le sarebbe accaduto da lì a breve.
“Noi fummo costretti ad andare avanti anche con le auto ferme, i telefoni muti, i computer spenti e molte persone che amavamo sparite per sempre”
Quel qualcosa è il cavaliere dell’apocalisse Guerra, in sella al suo rosso destriero, che la rapisce reclamandola come moglie.
Miriam si ritrova quindi a dover vivere nell’accampamento dei seguaci di Guerra, che si sposta di continuo per sterminare la popolazione dei centri abitati che incontrano sul loro cammino.
La ragazza dall’animo combattivo cercherà in ogni modo di contrastare, con le buone e le cattive, i piani di quel marito sovrannaturale che solo per lei ha modi gentili e clemenza.
L’essenza della guerra si è fatta uomo, un essere immortale dai poteri straordinari, privo di scrupoli e destinato a portare avanti la missione affidatagli da Dio. Ma poi l’incontro con Miriam lo porterà impercettibilmente a modificare giorno per giorno la sua visione del tutto.
“Moglie mia, sei tutto ciò che ho sempre voluto senza sapere di desiderarlo”
“Ti ho vista e per la prima volta ho desiderato”
È una battaglia quella di Miriam: da una parte vorrebbe salvare più gente possibile, dall’altra si rende conto che l’umanità ha compromesso la propria anima fino al punto di non ritorno.
“In un modo o nell’altro, dovremmo tutti redimerci. Il problema è che non so se lo vogliamo. È per questo che siamo condannati”
Il gioco di patteggiamenti che intesse con Guerra per strappargli delle piccole concessioni la porta a sprofondare nell’abisso della passione per quel guerriero dalla personalità magnetica che le fa vibrare la pelle ogni volta che le si avvicina.
“È licenzioso. È un peccatore. È un santo”
E dopo tanta privazione fisica e affettiva, si trova a innamorarsi della persona che più odia per quello che sta facendo alla sua gente.
“Ecco cosa succede quando mente e cuore si combattono”
Al pari del primo episodio, troviamo una coppia che incarna il trope hate to love, due persone che più diverse non potrebbero essere ma che l’amore sarà in grado di unire per capovolgere il destino già segnato. Una narrazione che passa dalla ferocia della guerra alla passione che brucia i protagonisti; un pov singolo (tranne un unico capitolo nel finale) che ci permette di vivere tutte le contraddizioni che animano Miriam, una lotta fra il dovere e il volere, facendoci sorridere per certe conclusioni ma anche riflettere sul degrado della nostra società.
Come concetto di base richiama molto quello del primo episodio, e sicuramente si ripeterà anche negli altri due, ma possiamo anche gongolare pensando che delle donne comuni possano salvare il mondo facendo capitolare degli emissari divini, e il tutto con l’arma più potente che ci possa essere: l’amore.
Da leggere (se ancora non lo avete fatto)!
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