Recensione “L’amore che (non) meritavo (L’amore… Vol. 2.5)” di Irene Pistolato

 

Costantino sta tentando di rimettersi in piedi dopo anni vissuti allo sbando. L’alcol era l’unica cosa che riusciva a tacitare i brutti pensieri, a farlo andare avanti. Era anche la causa dei suoi scatti d’ira e vuoti di memoria, che hanno allontanato suo fratello Thomas. Una volta toccato il fondo, però, decide che è ora di risalire, prima di perdere anche se stesso.

E ha bisogno di aiuto per farlo.

Enea ha avuto un passato burrascoso, la dipendenza l’ha quasi portato a perdere tutto, ma è riuscito a venirne fuori con molta fatica e tanti sacrifici. Per questo ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare chi sta passando il suo stesso inferno. Prende così sotto la sua ala protettiva quell’uomo spaesato e bisognoso di cure, non sapendo che da quel momento sarebbe cambiato tutto.

Costantino prova finalmente qualcosa grazie a Enea, qualcosa che lo confonde, ma che allo stesso tempo non è mai sembrato tanto giusto.

Merita davvero tutto quell’amore?

Non ne è poi così sicuro…

 

 

Costantino è un personaggio che mi ha fatto davvero arrabbiare. Ho aspettato a leggere la sua storia perché non volevo farmi piacere questa figura e sapevo che la Pistolato mi avrebbe distrutto il cuore con questo volume.

Costantino soffre di un disturbo della personalità mai diagnosticato, e quindi mai curato. Finora.

Tornare alla vita vera sarà una sfida molto difficile per lui, ora che comprende davvero tutto il male che ha fatto, non vuole farne più a nessuno, soprattutto a suo fratello o a chi potrebbe volergli fare del bene.

Enea è un ex alcolista che ha passato dei momenti davvero brutti nella vita ma che, ora, riesce a prendere sotto la sua ala protettiva chi ha bisogno di aiuto, che siano animali o un certo ragazzo decisamente cupo, triste e bello. Enea è lo sponsor di Costantino e non si rende conto fino in fondo di quanto quel ragazzo stia male, finché non lo segue e capisce che tipo di vita sta facendo. Anche lui ha bisogno di una mano ed Enea non si ferma neanche un secondo a pensare e decide di aiutarlo, portandolo a casa sua.

È stato bello leggere la presa di consapevolezza di Costantino riguardo a tutto il male che ha provocato, tanto quanto è stato devastante per lui rendersi conto che Thomas c’è sempre stato, lo ha sempre sostenuto e aiutato, nonostante tutto. Capisce di non essere pronto, non ancora, a fare determinate cose, nonostante nel corso della storia faccia dei progressi enormi, anche grazie alla terapia. Ma c’è ancora molto molto lavoro da fare. Solo che ora capisce di non essere più solo.

“… sono così stanco di essere me”. Queste parole sono devastanti sia per il protagonista che per noi che leggiamo. È una frase così intensa, da lasciare con l’amaro in bocca e le lacrime agli occhi.

 

I libri della Pistolato sono così potenti, in così poche pagine che ti chiedi come faccia questa donna a creare qualcosa del genere! Ha la capacità di emozionare facendoti sentire le emozioni dei personaggi, ti fa percepire il loro dolore, ti fa venire i brividi perché tutto ciò che scrive sembra reale anche a te che leggi. I suoi personaggi sono davvero ben caratterizzati e l’ambientazione che crea intorno a loro rende tutto più veritiero.

 

Ho molto apprezzato Enea e come l’autrice sia riuscita a far entrare in una relazione omosessuale un ragazzo che ce l’aveva a morte con i gay. Confesso che non ero molto felice di leggere la sua storia proprio perché non mi capacitavo di tutto il male che avesse fatto il protagonista quando non si curava e non accettavo che anche lui potesse avere una relazione come quella con Enea, un uomo, mille meraviglie!

 

Mammamia, che sofferenza! È stata una lettura bellissima, sconcertante, distruttiva, emozionante. Questo libro è un concentrato di dolore e soddisfazioni, di traumi e soluzioni.

Ci sarebbe così tanto da dire, ma termino sostenendo che “L’amore che non meritavo” è l’ennesimo capolavoro di questa serie!

 

samanta

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