Recensione “L’estate del primo bacio” di Marilena Boccola

 

Il ricordo emozionato di Maddalena che ripensa all’adolescenza ormai lontana. Così nasce un romanzo di formazione con, sullo sfondo, l’indimenticabile estate del 1982 e l’Italia campione del mondo. Ecco che nei suoi ricordi riaffiora Maddy: sedicenne appassionata di libri che, in vacanza a Jesolo Lido con la famiglia, si scopre alle prese con i primi turbamenti amorosi e il desiderio di ricevere il primo bacio. Un sogno che si realizzerà proprio nella notte della finale mundial, quando si troverà distesa sulla sabbia del lido, con la cortina di stelle a fare da contrappunto alla sua prima storia d’amore. Ma la realtà irromperà prepotente e sarà tardi anche solo per scambiarsi un indirizzo. Fanno da contorno la musica degli anni ’80 e oggetti allora di uso comune come il walkman, il jukebox, il motorino “Ciao”, il telefono a gettoni, le pubblicità e i tanti miti di un’epoca indimenticabile.

 

Sapete quanto mi piacciano i time travel, vero? Ma questa volta il viaggio nel tempo l’ho fatto anche io! Marilena mi ha portato con lei negli anni della sua adolescenza, della nostra adolescenza, di tutti quelli che l’hanno vissuta negli anni ’80, ed è stato… immersivo!

Credo che la maggior parte di noi abbia avuto le stesse esperienze: le settimane di vacanza sulla“stessa spiaggia, stesso mare”, vivere un intero anno per quei pochi giorni in cui si poteva respirare aria salmastra e libertà, incontrare persone nuove, altre cadenze, improvvisi batticuori.
L’emozione durante la lettura è stata intensa, so che ci sono romanzi più strutturati, più “seri”, più “meritevoli” di un romance adolescenziale per cui commuoversi, ma non mi è mai capitato di piangere ininterrottamente (almeno per il primo 20%) tuffandomi nei ricordi insieme a Maddalena, la protagonista.

Maddalena e la sua famiglia in vacanza a Jesolo, i primi batticuori per Michele il bagnino, la narrazione che mi ha ricordato tanto il contenuto dei nostri diari segreti.

Le canzoni, le riviste che leggevamo, le cose che facevamo e come le facevamo: tutto mi ha riportato sia nel mio passato più remoto che in quello più recente perché, se fino ai 20 anni il mio mare è stato quello della riviera romagnola, negli ultimi 20 è stato quello del litorale veneto, lo stesso illustrato dall’autrice.
Quindi, se siete dei nostalgici come me, immergetevi fra le onde di quegli anni in cui ci sentivamo inadeguati, del piccolo miracolo che compivano quegli occhi nuovi che riuscivano a “vederci” veramente, oltre alla cortina della timidezza. Maddalena e il suo rifugiarsi nella fantasia, nei libri che divora, realizzando come un fulmine nel cielo che:

“Bisogna smettere di vivere la vita degli altri e trovare il coraggio di vivere la propria”

L’estate del Mondiale vinto contro la Germania, di Der Kommisar e di tutta la bella musica che, mi perdonino i più giovani, come quella non è più stata fatta.

Un viaggio nei ricordi che la protagonista fa alla soglia di un importante genetliaco, quando ci si ferma un attimo chiedendosi:

“Dove sono volati tutti questi anni?”

 

 

 

Anna

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