Recensione “Il gigante con il violino” di Rebecca Quasi

 

 

 

Diego Suarez è un interessante caso di statistica genetica.
Nato dall’incrocio tra una prostituta tossicodipendente e un violento spacciatore di origine argentina, sarebbe stato il candidato ideale ad aggiudicarsi una personalità su misura per la vita nei bassifondi, invece il patrimonio genetico dei suoi genitori lo ha colpito solo di striscio.
Con un’intelligenza superiore alla media, un sorprendente talento musicale e tanto cinismo da sopravvivenza, approda a otto anni nella vita di Maddalena Maschieri, la sua mamma adottiva. Insieme a lei e a Giovanni Dalfiume, il marito, trova un equilibrio e una stabilità che non credeva possibili. A sconvolgere di nuovo la sua esistenza sarà la nascita di Elena, figlia di Maddalena e Giovanni: l’amore della sua vita.

 

Una storia che mi ha glassato di miele il cuore e fatto sorridere in modo sorprendente, attendendo con emozione la parola successiva, la frase e il capitolo che la avrebbero seguita.

 

Le famiglie in genere si formano sposandosi e avendo poi bambini, oppure i bambini te li prendi in ospedale e poi ti cerchi un marito.
Questa è la storia di Diego, ma anche di Maddalena, Giovanni, Elena, Nicola, Samantha Isobel e Marina.

Un fiore nato dal letame, un bambino cresciuto nel degrado ma dal quale non si è fatto sopraffare, una maturità fredda e obiettiva per un bambino di 8 anni che sceglie una giovane dottoressa del p.s. come nuova mamma.

 

“Aveva un’educazione innata, un individualismo spiccato e curioso che lo avevano preservato dallo squallore in cui era cresciuto”

 

Un colpo di fulmine ricambiato, un amore che non avrà mai fine, ma che si allargherà includendo nella bolla anche il marito di lei.
Maddalena e Giovanni medico e commissario, un incontro che avrebbe dovuto essere un’ ammonizione ma che è sfociato in passione, caratteri stridenti, l’anarchia contro l’autorità, ma quando il fuoco divampa smussa gli spigoli per farli fondere insieme.

Dal loro amore nasce Elena

 

“Da quando l’aveva vista appena nata, urlante e disperata tra le grinfie dell’infermiera, gli era entrata sotto la pelle e lì era rimasta”

 

Le regole, la disciplina sono nutrimento per questo bambino che si innamora del violino e ne diventa maestro.

 

“Diego suonava per lei da che era venuta al mondo, e la sua musica era l’inchiostro invisibile con cui avevano scritto la loro storia”

Quando Elena cresce, l’amore che prova per Diego non è di certo fraterno ed è una  lotta snervante per farlo riconoscere anche al titano che incanta le folle; Diego fugge, si nasconde dietro la sua musica, fa tournée sempre più lontane, ma quando torna a casa Elena è lì, sempre più grande, bella, autonoma e determinata. La gelosia e il senso di protezione che Diego prova per lei è morboso e anacronistico:

 

“Tu e il ventunesimo secolo non andate d’accordo. Chiedi il trasferimento nell’Alto Medioevo”

 

La musica come rifugio, espiazione, ha unito questi due ragazzi da sempre, è stato il loro modo di comunicare i sentimenti, lui suonando, lei stando seduta a terra ad occhi chiusi ad ascoltare. Solo loro due, Elena e Diego, Pulce e Remigio.

 

“La melodia scolò dal violino, fluttuò nell’aria e si depositò sulla pelle di Elena”

È stato un romanzo preso su consiglio di un’amica, Rebecca Quasi era solo un nome che leggevo spesso nei blog di lettura, ed è stata una scoperta meravigliosa! La  prosa mi ha coinvolta dalle prime righe con la sua poesia intrecciata alla sagacia, i dialoghi brillanti, l’intensità dei sentimenti.

La narrazione in terza persona è stata bellissima, una voce tagliente e giudicante che sbugiarda tutti i castelli mentali che i personaggi si fanno, una guida che fa lo slalom fra i vari personaggi, dandogli voce e pensiero.

 

“Lui avrebbe voluto lasciarla sul piedistallo su cui l’aveva posata il giorno in cui era nata. Ma Elena era fatta di anima e carne.”

Una famiglia assurda, divertente, di quelle che non si scompongono mai, che non giudica ed è sempre un passo avanti a te nel sapere cosa sarebbe meglio, ma che non te lo impone.

Ho amato Maddalena e la sua forza da leonessa, Giovanni e la sua imperturbabilità, Diego    per la sua assurda gelosia, Elena per il modo in cui lo prende in giro. Bello bello bello. Se ci fossero sei stelle gliele darei tutte!

 

p.s. Lo spin off  è stato pubblicato di recente e non vedo l’ora di buttarmi di nuovo fra la bellezza della scrittura di Rebecca.

Anna

 

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