Recensione “Non più di dieci parole” di Rebecca Quasi

 

L’esistenza dell’avvocato Nicola Maschieri scorre placida in serena monotonia e profonda dedizione al lavoro, fino al giorno in cui il posto di Procuratore Reggente viene assegnato alla dottoressa Francesca D’Aragona.

Tra i due scatta da subito un’affinità che va oltre la rivalità professionale e che mette in discussione la vita di entrambi.

Il matrimonio in crisi di Francesca si scontra ben presto con la prepotenza di un sentimento che solo la forza di volontà può tenere a bada. Provare a negarlo, nascondendo la testa sotto la sabbia, si rivela impossibile.

 

Aprire questo libro è stato come riprendere la conversazione con un’amica che non si vedeva da tempo, ma con la quale la sintonia è immediata.

Spin off de “Il gigante con il violino”, ritroviamo i personaggi della banda Maschieri-Dalfiume tutti al completo ma il focus, questa volta, è su Nicola, il fratello di Maddalena.
Nello scorso volume l’affascinante avvocato, conosciuto nel Foro come “lo squalo bianco”, appariva come lo zio apparentemente asessuato, sempre a disposizione per i suoi nipoti, dal carattere pacifico e un po’ fuori di testa come il resto della famiglia.

“Restava comunque molto ingiusto che, con tutti i cretini accasati, il top di gamma fosse solo”

 

In questo nuovo appuntamento, la solita meravigliosa e ironica voce narrante ci mostra tutta la tridimensionalità di questo personaggio, entrando nella sua vita, mente e cuore.
Nicola non corteggia le donne sposate ma il nuovo Procuratore Reggente, la Dottoressa Francesca d’Aragona, è di una razza diversa… lei è la sua “predestinata”, la donna che aveva sempre cercato e mai trovato.

 

“Francesca d’Aragona era sensuale. Non in modo sfacciato e prepotente. Nonostante i marcati tratti mediterranei, aveva una bellezza elegante e discreta.”

Ho amato alla follia Nicola, la sua pacatezza, l’esternazione pacifica dell’ineluttabilità del sentimento che scorre fra lui e Francesca; la fermezza nel voler riempire lo stomaco della sua amata prima di ogni cosa lo rende una figura che sa accudire, amare, voler mettere tutto in una prospettiva tutta sua.
Non amo i romanzi che trattano il tema del tradimento, ma in questo caso è stato diverso, i personaggi dimostrano di avere considerazione per il contesto familiare della donna, cercano di resistere, si evitano; a  Nicola basta sapere che la sua Lei esista, che cammini per le strade della stessa città. Non pretende, non si impone, offre discretamente la sua presenza quando lei lo cerca, riempiendo piatti, calici, cuori e godendo del tempo che lei gli concede.

 

“Non mi importa se sei sposata, mi importa solo di averti trovata[…] Sei tu e non cambierà mai, ovunque saremo con chiunque saremo”

 

Ed è stato ugualmente bello poter rivedere i personaggi del primo volume, seppure marginalmente, rosicchiare qualche altra immagine di Elena bambina, godere del sarcasmo di Maddalena e Pietro, conoscere un po’ di più Marina, vedere questa famiglia allargata fare ancora più spazio ad altri componenti.
La scrittura di Rebecca è un balsamo per il cuore, lo lenisce con la sua poesia e lo rallegra d’ironia, ma sa anche straziarlo con la logica disarmante di Nicola fino a devastarlo con la presa di coscienza del dover fare la cosa giusta.

Quello che esce dalla penna di questa autrice è un vero dono, e noi le siamo grati per condividerlo con il mondo. Bello bello bello in modo assoluto!

 

“Aveva una risata gagliarda e solare, come se la prendesse direttamente dalla riva del mare in un giorno d’estate”

 

Anna

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