“Sebastian, lo Spettro. Era un uomo, si è scoperto semidio. É stato ucciso ed è rinato mostro. Iaso, una Dea minore, fuggita dall’Olimpo duemila anni fa. Sola fra gli uomini è rinata guerriera.” Le loro anime si sono avvicinate in una lurida prigione, senza nemmeno conoscere l’aspetto l’uno dell’altra, si sono innamorati. Gli Dei li hanno dolorosamente separati sconvolgendo le loro vite. Entrambi sono costretti a cambiare, ad evolvere per sopravvivere. Hanno preso strade diametralmente opposte senza sapere più nulla l’uno dell’altra. Il fato li vuole cocciutamente riunire ma, per riuscirci, li obbliga a percorrere sentieri ardui e pericolosi. Li pone davanti a scelte difficili e ostacoli in apparenza insormontabili.
“Una bambina è stata rapita. Una condanna è stata emessa. La caccia è aperta.”
C’era una volta, ma forse c’è ancora, l’Olimpo con i suoi dèi capricciosi. Ma una di loro non ha accettato le sue leggi crudeli ed è fuggita per rifugiarsi fra gli umani…
Iaso, terzogenita di Asclepio, da più di duemila anni erra per il mondo degli umani, è una dea guaritrice e di questo si è occupata vedendo scorrere guerre, epoche e civiltà.
Bellissima ribelle dai capelli rossi e gli occhi d’oro, ha condannato la sua gente per un’ingiustizia perpetrata ai danni di un uomo, scopertosi semidio, che aveva violato le leggi divine, e si è auto esiliata dall’Olimpo. Quando però la madre la chiama per soccorrere una ninfa in procinto di morire di parto, a malincuore torna ma, mettendosi in grave pericolo, porterà con sé fra gli umani la neonata su richiesta della puerpera agonizzante e dovranno nascondersi da chi sta dando loro la caccia.
Anche Sebastian è fuggito, ma dal Tartaro; dopo aver commesso un reato gravissimo è stato quasi ucciso per risvegliarsi come creatura ibrida, che si nasconde, ora, fra gli umani cercando di sfuggire alla maledizione che lo reclama all’inferno.
“Un semidio risorto dalle proprie ceneri, non come la Fenice intatta e più forte, ma come una creatura ibrida, assetata di sangue, con l’umanità azzerata e la coscienza sopita”
Noto negli ambienti più malfamati come “lo spettro”, sopravvive grazie a incarichi discutibili; sarà lui ad essere ingaggiato per mettersi sulle tracce di Iaso e della piccola dea.
Un incontro ha unito queste due anime in tempi antichi, che si ritroveranno per puro caso (o destino?) dopo millenni, trasformati ma essenzialmente gli stessi. La propensione che ha Iaso ad aiutare il prossimo si scontrerà con il muro che lui si è creato, una punizione eterna, la convinzione di non poter più essere felice, il pegno da pagare per non essere più morto ma risorto come mostro.
La storia è bellissima, inserire la mitologia greca in un Urban fantasy è sempre vincente; i personaggi conosciuti sui banchi di scuola diventano tridimensionali grazie alla fantasia degli autori e ultimamente ho letto così tanto su Ade (e Persefone) che ritrovarlo anche in questo romanzo, sempre affascinante, mi è sembrato quasi come ritrovare un vecchio amico.
C’è molta avventura come in tutti i romanzi dell’autrice e, sebbene siano autoconclusivi, la Tirannide, l’organizzazione che gestisce il rapporto fra umani e non, e i vari rifugi, sono il filo conduttore; ho potuto veder accennati i personaggi che saranno i protagonisti dei suoi lavori successivi, con grande emozione!
Come spesso capita andando a leggere a ritroso i lavori di un autore amato, possiamo vederne il percorso, in salita o in discesa, in questo ho potuto intravedere l’embrione della meraviglia che poi è sfociata con i romanzi più recenti.
I personaggi ci sono, la trama e la tensione erotica anche, ma ho trovato una gestione della narrazione incostante, con tempi dilatati nella parte centrale e una inesperienza nel mantenere vivida l’attenzione, oltre a diverse inesattezze.
In casi come questi gioverebbe una buona revisione fatta con l’occhio della brava autrice che Tanja è diventata con gli anni, oltre a un editing più professionale, perché sarebbe un peccato non dare risalto a una storia che ha del potenziale!
Dai Tanja, aspetto la riedizione!
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