Recensione “Vietato morire d’estate” di Emma Rosenblum

 

Jen Weinstein e Lauren Parker spadroneggiano ogni estate sulla cittadina di Salcombe, che si trova su un’isola poco al largo di Long Island. Le due amiche dominano la spiaggia e il campo da tennis e sono abili nel manipolare le persone per ottenere ciò che vogliono. I loro mariti, Sam e Jason, si conoscono fin dall’infanzia e condividono profondi rancori e numerosi segreti. La loro amica, Rachel Woolf, si sta dando strenuamente da fare per non essere più l’unica single del gruppo, e a tale scopo potrebbe andar bene sia il nuovo maestro di tennis sia il marito di qualcun’altra. Non è troppo esigente. E anche se questa stagione balneare è iniziata in sordina come tutte le altre, le cose cambiano rapidamente quando viene ritrovato un corpo senza vita. I pettegolezzi e anche i sospettati sono destinati ad aumentare, così come le vittime…

Una località esclusiva di vacanza accoglie come ogni estate i suoi habitué ma questa volta ci scappa il morto…

Salcombe è la meta estiva di una comunità di amici (forse meglio chiamarli conoscenti) che da anni la frequentano. Ragazzi che, crescendo, si sono fatti una famiglia e hanno mantenuto la tradizione della vacanza nella Fire Island, un po’ più defilata da altre località alla moda, ma pur sempre bazzicata da gente “bene”.
Sono tutti personaggi dell’upper class americana, giovani rampolli che hanno sfondato in campi differenti, hanno sposato le loro belle fidanzatine e hanno creato la famigliola perfetta, almeno in apparenza.
Ogni capitolo è narrato in terza persona ed è focalizzato su un personaggio diverso, che ci svelerà pian piano il marcio che si nasconde sotto la facciata glamour e le belle divise da tennis.
È un crogiolo di sentimenti negativi: odio, invidia, risentimento, solitudine dove il pettegolezzo la fa da padrone oltre ad una amara consapevolezza: la gente è capace di mandare a rotoli la propria carriera, la famiglia e l’intera esistenza faticosamente costruita per il s€sso. Rachel si nutre dell’invidia per le storie degli altri, Jason rovina un’amicizia storica pur di avere una relazione con la moglie del suo migliore amico, Sam ha sulle spalle un’accusa di molestie sessuali sul luogo di lavoro, Jen ha un’ insoddisfazione di fondo che cerca di placare con relazioni clandestine, Lauren vuole forse affermare di essere ancora giovane e bella infilandosi nel letto del maestro di tennis, Robert si sente inferiore al potere dei suoi clienti ma si toglie una soddisfazione portandosene a letto una. E tanti altri personaggi ci faranno storcere il naso con i loro vizietti.

Non è un giallo, è più un’ analisi della vita vuota che si nasconde dietro le belle facciate delle famiglie perbene della società (non solo) americana. Il tutto ambientato in una località di vacanza, fra tornei di tennis, picnic in spiaggia e feste allo Yacht club.
Mi è piaciuto? Ni. Se da una parte mi è piaciuto com’è stato scritto, seppur molto lento, dall’ altra credo di aver odiato ogni singolo personaggio. Gente dipendente dall’opinione altrui, dal botulino, dal s€sso e dalle droghe… È il festival della finzione, truffatori di sentimenti, di finanze e di ideali; nessuno è onesto, tutti rasentano il marcio. Probabilmente era l’intenzione dell’autrice lanciare questa denuncia, ma è stato un po’ rischioso.

Anna

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *