Recensione “La vacanza perfetta” di Jeneva Rose

 

 

 

Grace Evans ha disperatamente bisogno di una pausa. Se vuole rimettersi in sesto, deve allontanarsi per un po’ dallo stress e dalla vita frenetica di New York. Per questo, quando scova su Airbnb un idilliaco ranch nel Wyoming dove trascorrere un soggiorno lontano da tutto e da tutti, non esita un attimo a prenotare. Una volta lì, Grace scopre con piacere che il posto è tranquillo e isolato come sperava e che il padrone di casa, Calvin Wells, è un uomo simpatico e affascinante, tanto che, con il passare dei giorni, tra i due nasce un’intesa che si trasforma presto in qualcosa di più. Ma proprio quando Grace sta cominciando a convincersi di aver trovato l’oasi perfetta che stava cercando, emergono alcuni dettagli inquietanti: il ranch sembra essere collegato alla misteriosa scomparsa di una donna, e Calvin inizia a mostrare atteggiamenti morbosi, come se la sua attrazione per Grace si stesse trasformando in ossessione. Sperduta nel mezzo del Wyoming, senza segnale telefonico, Grace si rende conto di essere finita al centro di una pericolosa rete di segreti e bugie. E la vacanza da sogno rischia di assumere i contorni del peggiore degli incubi…

È la prima volta che mi capita di leggere un romance che si trasforma in un soft thriller.
Grace è la tipica ragazza di città, altera e indipendente che viaggia in solitudine; decide di passare le vacanze nel Wyoming in una fattoria, il suo host Calvin, incarna alla perfezione l’ideale che abbiamo tutte del cowboy sexy e l’attrazione fra i due è immediata.

 

“Era come un’opera d’arte, in sintonia perfetta con il paesaggio che lo circondava. Implorava di essere guardato, osservato, studiato”

Sembrerebbe l’inizio di un classico country romance pieno di cliché, ma durante la lettura qualcosa non torna, entrambi i personaggi nascondono qualcosa del loro carattere, delle ombre si allungano sempre più ed ecco che un incontro fra due potenziali amanti si tinge di noir.

 

“Vedrai, ti tratterò così bene che non vorrai andartene mai più”

Mi è piaciuto perché è una trama un po’ fuori dagli schemi e la tensione si è acuita man mano che le pagine scorrevano. Un crescendo di situazioni inquietanti investe la protagonista e ci si chiede se l’attrazione verso Calvin possa essere seriamente più forte dell’ istinto di sopravvivenza. Un buon numero di personaggi minori, dal fratello di Calvin agli abitanti della cittadina. ci mette ancor più in allerta svelando pian piano particolari allarmanti.

 

“Il nostro ranch era maledetto. La nostra terra era maledetta”

Il finale, seppur potenzialmente prevedibile, ha avuto dei risvolti inattesi.
Doppio pov e narrazione in prima persona, il romanzo è piacevole e scorrevole.

Anna

samanta

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