Recensione “La stagione dei Narcisi” di Scarlett Douglas Scott

 

Italia, 1819 Sofia Arisi, figlia di mercanti italiani della borghesia milanese e promettente pittrice, a causa delle sue idee politiche è costretta insieme alla madre Maddalena a lasciare l’Italia e l’uomo che ama, di cui non riesce a ottenere notizie da molto tempo. Considerata una sovversiva, accusata di partecipare ai moti rivoluzionari e braccata dalla Polizia Austriaca, fugge in Inghilterra con sua madre sotto falsa identità. Il fortunato incontro con un’artista, Vera Martin, la porterà a conoscere il Barone Brecon che la invita a soggiornare nel suo castello in Galles per dipingere il ritratto della sorella Betrys. Maddalena vede finalmente spianata la strada per il successo economico, ma non contenta concorda con il Conte Mersey, amico di Brecon, un matrimonio di convenienza con la figlia. Costretta a obbedire e intrappolata dalle troppe menzogne, Sofia si troverà a un bivio: accettare un matrimonio senza amore o rivelare la sua vera identità? Una rivelazione che la porterebbe a perdere tutto proprio quando dal passato ritorna l’ombra di un nemico che non ha mai smesso di cercarla dopo la fuga da Ventimiglia.

 

Un testo per la cui stesura la scrittrice attinge ai più disparati generi letterari descritti ne “L’Autrice”: “storico ottocentesco”, “contemporary romance”, “spy story” per le emozioni suscitate dai riferimenti al giallo internazionale.

Il libro ci invita a concentrarci sul qui e ora, a sfruttare al massimo il tempo presente… Sento l’odore delle pagine… chiudo gli occhi e mi sembra di vivere… un pensiero proveniente dalle orientali tradizioni spirituali e filosofiche Ieri è storia, Domani è un mistero, ma è Oggi che è un dono. Ecco perché lo chiamiamo presente.

Citazione, tra l’altro, richiamata nel film di animazione ”Kung fu Panda” del 2008, pronunciata da Tartaruga Saggezza.

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La fluidità delle parole e l’eleganza del carattere (forse frutto dei suoi corsi di scrittura creativa?!) rendono il testo gradevole e di pronta lettura.

Interessante il titolo e il suo poliedrico significato che la Douglass Scott non lesina di spiegare nelle “Note Storiche”. 

L’emblema nazionale del Galles, come indicato dal Barone, lo si ritrova prima come immagine fotografica “lungo l’Avon è sbocciata la primavera, le rive si sono riempite di narcisi e viole”, e poi come manifestazione artistica nel dipinto di Vera e nella poesia cui la stessa si è ispirata.

 

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