Recensione “This time next year. Questo pazzo pazzo amore” di Sophie Cousens

Cosa fai a Capodanno? Minnie Cooper sa con certezza due cose: che il suo compleanno, che cade il primo giorno dell’anno, è sfortunato; e che la causa di tutto è Quinn Hamilton, che non ha mai incontrato. Le loro madri li hanno partoriti nello stesso ospedale subito dopo la mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno, ma Quinn è comparso su tutti i giornali per essere stato il primo bambino nato a Londra nel 1990 e a lui è andato il tradizionale premio in denaro. Come se non bastasse, ha ottenuto anche il nome destinato a Minnie. Quando lei si imbatte casualmente in Quinn a una festa di Capodanno, si con- vince più che mai che la fortuna abbia continuato a favorirlo: lui è diventato un affascinante imprenditore di successo, mentre lei sta seriamente rischiando di finire sul lastrico e perdere tutto ciò che ha. Ma se Quinn e Minnie appartengono a mondi tanto diversi, perché continuano a incappare l’uno nell’altra? E perché ogni volta sentono quella irresistibile attrazione, come se una misteriosa forza unisse i loro destini?

 

Il destino ha giocato con le storie dei protagonisti, portandole a sfiorarsi varie volte nel corso delle loro vite, come se stesse sincronizzando le loro esistenze per accordarle al ritmo perfetto…

 

“La vita non può essere solo farsi accoppiare come yogurt nella confezione multipla. Ci dev’essere dell’altro, giusto?”

 

Minnie Cooper (e capirete già la travagliata infanzia che deve aver passato con questo nome) avrebbe dovuto chiamarsi Quinn, Quinn Cooper, ma una “ladra di nomi” ha cambiato il suo destino. Da quella notte del 1 gennaio 1990 in cui due donne si contesero il primato del primo parto del nuovo decennio, Connie, la madre di Minnie, ha pensato che la figlia fosse nata sotto una cattiva stella. Che fosse stata pura coincidenza o sfig@ innata, la ragazza non aveva in effetti avuto molto successo in ogni ambito della sua vita.
Tutta colpa di quel Quinn Hamilton che le aveva rubato il nome, il futuro e la speranza di una vita migliore.
Ma quando lo incontrerà e scoprirà un’altra versione degli eventi, Minnie abbasserà le armi e conoscerà quell’uomo che la rende così diversa ma assolutamente sé stessa.

 

“Si riconosceva a malapena eppure, in qualche modo, le sembrava il fedele riflesso di ciò che era veramente”

 

Ma ci saranno muri da abbattere, gabbie emotive da aprire e i due faticheranno a capire che senso dare alla loro amicizia.
La lettura di questo romanzo inizialmente non mi aveva presa particolarmente, ma da metà libro in avanti il mood è diventato più affascinante. I personaggi, anche quelli minori,  ci conquistano con la loro simpatia. La protagonista e la sua amica Leila hanno fondato un’azienda che produce e distribuisce torte rustiche ai più sfortunati. La “brigata” di Minnie è una banda di disadattati ma sempre pronta a rendersi utile, mentre Leila è il suo grillo parlante, una persona affidabile sia dal lato pratico che emotivo.

Che dire di Quinn? Non è il rampollo d’oro viziato che ci si potrebbe aspettare, nonostante la situazione finanziaria invidiabile, la sua vita è stata difficile a causa delle dinamiche tossiche fra lui e la madre.
I genitori di Minnie, invece, nonostante le difficoltà economiche sono riusciti a tenere la famiglia unita, non senza acredine, e hanno visto rafforzata la loro tempra dagli eventi.

La narrazione è in prima persona dal pov della protagonista e gli eventi vengono raccontati su due binari temporali, tenendo la data di capodanno nei vari anni del passato, mentre nel presente si snoda lungo tutto un 2020 ipotetico e non congelato dalla pandemia.
È un romanzo dalla trama scorrevole, che non promette batticuori da infarto ma che nella sua semplicità risulta piacevole.

Anna

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