INTERVISTA A… LAURA NOTTARI

 

 

Buongiorno Laura e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.
Sei un volto noto nel panorama editoriale, i lettori ti hanno amato con i tuoi precedenti romanzi A Star Is porn, Joel & sue, Made in Garbatella ed altri precedenti.

  • Proprio fra questi tu hai voluto dare nuova vita a Corrispondenza imperfetta, un romanzo che avevi pubblicato cinque anni fa e con molte pagine in meno. Cosa ti ha portato a voler rimettere mano ad un vecchio lavoro al posto di crearne uno nuovo?

Ciao Anna. Innanzitutto, grazie per l’intervista.

La ripubblicazione di Corrispondenza Imperfetta era in calendario da molto tempo, ma l’ho rinviata per dare la precedenza a Joel & Sue e Made in Garbatella. Non pubblicando più di uno o due titoli l’anno, il libro ha slittato fino al 2024.

Essendo stato un lavoro di riprogettazione, oltre che di riscrittura, ha preso un sacco di tempo.  Senza contare il fatto che è un libro lungo, quindi le revisioni e l’editing hanno chiesto mesi.

 

  • La tua vena comica e ironica è stata la particolarità che mi ha fatto innamorare del tuo stile, ma in questo romanzo ho potuto saggiare la straordinaria maestria con la quale padroneggi l’uso delle parole (e degli aggettivi!) creando un fiume travolgente che devasta e delizia al tempo stesso. Dove hai imparato a scrivere così, chi ha forgiato la tua penna?

La scuola, in primis. Ho avuto docenti favolose, specialmente alle medie. Davano un mare di libri da leggere, e poi da riassumere. Avevamo temi da scrivere, spesso lunghi e di fantasia. Non finirò mai di ringraziarle le mie prof per aver acceso questa piccola fiamma.

Infine, c’è la lettura, passione imprescindibile per ogni autore. Ho sempre letto tanto, e amato generi diversi. Spazio dall’horror (il mio prediletto) alla narrativa e, ovviamente, leggo parecchio romance.

Però ecco, devo correggerti il tiro: più che saper scrivere, io credo (spero!) di saper narrare. Nell’arte dello scrivere possono diventare bravi tutti, non serve che impegno e studio, ma la bravura non conta una fava se non si ha voglia di narrare. Insomma, se non si scrive per gli altri.

La cavolata più grande che esista, per un autore, è la frase: io scrivo per me stesso.

No, non è per niente così.

Un libro non è la vetrina per il nostro ego, ma un mondo nuovo per chi lo sceglie e lo sfoglia.

Io scrivo per intrattenere voi lettori, tutto qui.

 

  • Tu sei una fanciulla di poche parole, sei un guscio incantato che contiene una bellezza che riversi nei tuoi scritti. Cos’è la scrittura per te? Solo lavoro, una terapia o un modo, come per il dottor East, per svuotare la mente da tutti i pensieri che si accumulano?

Grazie per ‘fanciulla’! Più che guscio di bellezza, mi definirei un imballo di disagi e nevrosi, ma vabbè…

Sì, sono piuttosto riservata perché, come dicevo prima, i libri che scrivo vengono prima di una mia foto. Ho giornate monotone delle quali, presumo, non importerebbe niente a nessuno. Non sono molto social, e in video e foto vengo una chiavica.

Comunque, ho una risposta un po’ banale alla tua domanda: la scrittura, per me, è lavoro.

Ovvio che sul fondo c’è un grande amore, ma è convogliato da anni in una professione.

Far convivere due aspetti un po’ antitetici, ossia passione e lavoro, è stato abbastanza naturale, ma in cambio mi ha fatto diventare un po’ quadrata (passatemi il termine), stando a quanto dicono le mie colleghe più vicine.

Essere meno spontanei e più razionali è la conseguenza del trasformare un hobby in un mestiere vero e proprio. Non sembra, perché non lo do a vedere, ma ho delle regole molto chiare su ciò che transigo, e non, nella scrittura.

 

  • Cosa c’è di te in questi personaggi?

Nulla. I miei protagonisti sono identità scollegate da me, e fedeli solo a loro stessi.

Forse, quelli che si avvicinano di più alla mia personalità, sono Joel e Sue, ma la somiglianza è preterintenzionale. Insomma non pensavo a me, quando ho scritto le loro disavventure.

In ogni caso, sono una persona molto (MOLTO) metodica, faccio sempre le stesse cose nello stesso ordine, e sbrocco se c’è un cambiamento, proprio come Joel. Ho il trallallà di Sue, ma anche il suo senso di inferiorità rispetto al mondo che la circonda. Anche a fronte di successi, magari ottenuti con le mie sole forze, mi sento spesso immeritevole.

Una logica decisamente poco onesta e sabotatrice, perché non lascia spazio alle soddisfazioni, ma per fortuna ho il raziocinio che mi salva, e taglia questo loop.

Ah, naturalmente sono un’appassionata osservatrice del bicchiere mezzo vuoto, perché non se famo mai mancà niente.

 

  • Avendo scritto sia romanzi storici che contemporanei, dove ti sei trovata più a tuo agio? Pensi di poter lanciarti anche verso un anomalo e ironico distopico ?

Sono a mio agio in entrambi, ma lo storico, alla lunga, mi stufa. Non sono fatta per avere troppi paletti, anche se quando si progetta un libro, questi devono necessariamente esserci. Ma è anche vero che la scrittura offre mille modi per aggirarli.

Nei miei progetti futuri c’è uno urban fantasy assurdo, una storia nella quale regole, logica e limiti hanno preso le ferie a vita, portandosi appresso la decenza del protagonista principale.

Non vedo l’ora di scriverlo e farvelo leggere.

 

  • Noi lettrici ci siamo innamorate di tutti i tuoi personaggi maschili, quale di quelli partoriti dalla tua penna sarebbe quello più affine a te?

Già spoilerato: Joel Shojqualcosa. Metodico, ossessivo, cinico, introverso e riservato come la sottoscritta. Non sono germofobica, per fortuna, quello è un pregio tutto suo. E al collutorio alla menta artica preferisco il vino rosso.

 

Grazie per riempire di bellezza la nostra vita e per essere stata un po’ con noi. 

Grazie a voi. Buone letture!

Anna

Loading


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *