Quest’anno la letterina se l’è scritta da solo. E ha un po’ di cose da chiarire… Un’autrice bestseller da oltre un milione e mezzo di copie «Caro Babbo Natale, ebbene sì, se mi sono ridotto a scrivere a te significa che sono alla frutta. Senza offesa. E prima che tu pensi che siccome ho solo quattro anni è normale che io ti scriva ancora la letterina, ti ricordo che in anni umani ne ho trentacinque. Se fra i tuoi fan annoveri gente di questa età che ti chiede ancora una bicicletta, questo la dice lunga sullo stato mentale del genere umano. Anche se non mi stupisce più niente, ormai…» Un gatto viziatissimo e la sua umana schiavizzata. Sir Thomas è un Maine Coon rosso, supponente e cinico. Attraverso i suoi occhi e la sua voce narrante racconta come la sua dipendente Federica (spesso definita “l’incapace”), cerchi invano di soddisfare le sue infinite necessità. E nonostante lo intrattenga con giochi sempre nuovi, lo nutra con leccornie prelibate e gli spazzoli regolarmente il soffice manto… non ne fa mai una giusta.
La letterina a Babbo Natale scritta da un gatto? Il top. E giuro che ridevo sotto i baffi immaginando la scena di un gatto con delle richieste assurde a un Babbo Natale immaginario.
Del tipo?
“Voglio un distributore di croccantini con riconoscimento facciale… Voglio un account personale su Glovo… Al posto di un’ Umana di cinquant’anni ne voglio due di venticinque. Quella che ho cigola e scricchiola.”
La lunga lettera di un gatto con dei desideri da sottoporre al Grande Babbo.
“Io non posso più occuparmi di questa eccentrica, rimbambita zitella…”
Ridevo, ridevo e ridevo… cose assurde, lo so, ma nel contesto mi hanno donato piccoli momenti di allegria pura e di sane risate.
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