Vincent è uno sfigato di prima categoria. È timido e non ha mai avuto un fidanzato, giusto il cane dei suoi genitori gli fa qualche coccola. Tutto cambia quando Percival Peters, il ragazzo più attraente di tutta l’università, lo invita a uscire.
Richard è un dongiovanni patentato. Sportivo e popolare, non ha alcun problema a trovare qualcuno con cui sfogare lo stress fra le lenzuola. Può avere chiunque, ma non riesce a confessare i suoi sentimenti all’unico ragazzo che ama davvero, il suo migliore amico: Vincent.
Tra lezioni universitarie e segreti da confessare, la storia di due ragazzi che per raggiungere il tanto agognato “e vissero felici e contenti” dovranno superare l’ostacolo più grande: le loro insicurezze.
Hi readers Sale e Pepe,
oggi vi parlo del libro “Sei sempre stato tu” di Christian Cannavo’.
Questo è il primo libro che leggo dell’autore, una storia molto dolce e romantica, che parla di accettazione, comprensione e tematiche di esclusività.
Ammetto, però, che Richard e Vincent non sono riusciti a far breccia totalmente nel mio cuore, gli è mancato più di qualcosa per poter dire che questo libro è wow.
Provo a spiegare, ma vi dico già che il mio sarà un parere estremamente personale.
Io per prima sono stata come Vincent, sfigata, fuori forma, non popolare. Per cui mi aspettavo di legarmi a questo personaggio, invece non è stato così.
Forse perché, ad oggi, ho un po’ cambiato il mio carattere, ma leggere i pensieri di Vince mi ha irritato.
Sentivo che era troppo caricaturale e forzato, un po’ ripetitivo in ciò che pensava e diceva. I suoi discorsi erano spesso frasi un po’ fatte e “cliché”.
Ad aumentare questo aspetto negativo è stato anche il fatto che, dall’altro lato, c’era Richard ed io sono stata anche lui.
Per due volte mi sono innamorata di persone che potevo definire i miei migliori amici, e in entrambi i casi, ho detto subito (o quasi) cosa provavo e cosa volevo.
Quindi, il suo procrastinare per anni mi è sembrato anormale, immaturo, troppo irrealistico.
Capisco, però, che non sempre è quello che avviene e che le situazioni possono essere diverse.
Rimane il fatto, però, che non riuscivo a capire le decisioni che venivano prese da Richard né i pensieri di Vincent e questo quindi ha portato a questo parere.
Inoltre, un altro fattore che non ho apprezzato al 100% è la rappresentazione della demisessualità.
Un po’ troppo veloce il cambio di prospettiva dal no desiderio sessuale al sì desiderio che il personaggio fa, mi è sembrato quindi superficiale.
Poco “centrato” secondo me.
Penso sia sicuramente una storia tenera e molto tranquilla, che non ha grandi momenti di tragedia, né di tensione la consiglio per questo.
L’autore ha una buona capacità creativa, ma, almeno in questo caso, la sua scrittura non ha fatto colpo su di me.
Il mio giudizio, come potete capire è molto soggettivo e non è positivissimo.
Però darò a brevissimo un’altra occasione all’autore perché ho già un’altro suo libro sul Kindle, vediamo come andrà.
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