Recensione “Close to me” di Naike Ror

 

Ryder Pinky Graysmith ha un problema: se in campo la sua incisività come ultimo uomo in difesa è ineccepibile, nella vita non riesce a limitare i danni che la sua reputazione da amante dei party selvaggi gli causa con i tifosi, i compagni di spogliatoio e soprattutto con il presidente dei Texans.

 

Queenie Connelly Shiver ha una reputazione: agli occhi di tutti è la viziata erede di un impero finanziario, ma il riflesso di se stessa le rimanda l’immagine di una ragazza sola, indecisa, troppo spesso in balia delle scelte altrui.

Dopo l’ennesimo passo falso, le vite di Pinky e Queenie riceveranno un inatteso scossone.

 

Lui, ordinato e metodico.

Lei, disordinata e impulsiva.

Un unico appartamento e un unico obiettivo, quello di sopravvivere a una convivenza forzata che metterà a dura prova i nervi, le emozioni, la pazienza… e i loro cuori.

 

Una convivenza forzata, un patto per rimettersi sulla giusta strada.

Lei è viziata, troppo, lui ha degli amici che lo portano fuori rotta, una casa fuori dal mondo per ricreare la giusta dimensione.

Avremo a che fare con un golden boy o con un bad boy?

Beh Ryder è un bel mix, e di belle ne ha troppe di cose.

Sono agli antipodi eppure troveranno la loro quotidianità, quelle colazioni in assoluto silenzio, nei piatti sporchi, nelle lavatrici da fare, in quelle eterne lamentele e nella paghetta settimanale.

 

“Sei una spina nel fianco, Queenie Connally Shiver. – è la mia natura. – Abbiamo nature incompatibili. – Non direi, io finisco nei guai, tu corri a salvarmi. – E quando finirò io nei guai? – Correrò da te per metterti ancora di più nei guai.”

 

I protagonisti e il loro passato verranno svelati lentamente, tra chiacchiere insensate e bisticci continui, l’amicizia tra i due si rafforzerà e sarà un piacevole diversivo vederli nella loro routine.

 

“Tu sei l’unico treno di cui conosco la tabella oraria anche se non è chiara la destinazione.”

 

Ecco io mi sono sentita lì, in quella stanza, a dare un senso al Chicago Style Deep Dish pizza innamorandomi sempre di più di loro.

Uno di quei libri che diventa sublime, una storia che cresce lentamente, i protagonisti che ti rapiscono nella loro dimensione e una scrittura perfetta e scorrevole (ho trovato qualche piccolo refuso, ma per il resto direi impeccabile).

 

“Entri tu, entro io. – Come in Titanic? Sappi che quei due co..oni fanno una brutta fine. – Lui fa una brutta fine, non lei. – Ottimo presupposto.”

 

Ecco questi sono loro.

 

Anna

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