Recensione “La moglie del califfo” di Renée Ahdieh

 

Al calar del sole sul regno di Khalid, spietato califfo diciottenne del Khorasan, la morte fa visita a una famiglia della zona.
Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere dopo aver consumato le nozze, prima che arrivi il nuovo giorno. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest’angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola: finirà per innamorarsi proprio di Khalid, che in realtà è molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per interrompere una volta per tutte questo ciclo che sembra inarrestabile.

 

Una favola di romanzo, un retelling de “Le mille e una notte”. Siete pronti per sognare?

Sono i propositi di vendetta che spingeranno la giovanissima Shahrzad a offrirsi in sposa al  califfo Khalid, colui che ogni giorno si unisce in matrimonio con una fanciulla per poi sacrificarla all’alba, in nome di chi e cosa non ci è dato sapere.
Shiva, la migliore amica, la sorella di cuore di Shahrzad è stata fra quelle poverine uccise e lei è intenzionata a fermare la mano del mostro, ma deve trovare il tempo e il modo per compiere i suoi piani ed escogita un sistema per guadagnare giorni: durante la notte la fanciulla racconterà una storia al giovane califfo per poi fermarsi sul più bello, sperando che la curiosità prevalga sulla ferocia. E così sarà: l’audacia e la lingua tagliente della ragazza, uniti alla sua onestà, conquisteranno il califfo fino a proclamarla sua regina.
In parallelo leggeremo altri pov, uno di questi sarà di Tariq, amico d’infanzia che proverà a salvare la sua amata e del padre di lei, Jahandar, che incontrerà l’oscurità per compiere quello che un genitore deve fare: proteggere la sua famiglia.

È stata una bellissima lettura, i personaggi sono intensi e ben caratterizzati, li si vede mutare giorno per giorno, trasformati dal sentimento che fa girare il mondo.
A lenire la solitudine della nuova vita della califfa a palazzo ci sarà l’ancella tebana Despina, una ragazza schietta e scaltra che ben le si accompagnerà.
Un’ambientazione magica e riccamente descritta (che soddisfa il nostro immaginario sulle notti arabe della famosa fiaba), sarà il degno corollario di questa intesa che vede due giovani andare contro le proprie convinzioni comprendendo poco alla volta di aver trovato l’anima affine, quella che sai essere giusta perché “Penso che sarà come l’aria: naturale come respirare”.

Ci sarà una lotta interiore per la protagonista che vedrà combattere il suo senso di lealtà e giustizia, contro il turbamento che quel ragazzino divenuto re dei re le smuove. Il suo voler scavare sotto la corazza per trovare sempre e solo altre barriere, senza riuscire ad arrivare a toccare l’anima più profonda del califfo, la farà dubitare più volte. Ci renderemo ben presto conto che Khalid non è altro che un giovane che non è stato amato e che ha subito traumi importanti, ma dentro di lui c’è ancora quella piccola luce di poesia che vuole esplodere per contrastare i macigni che gli sono stati appoggiati sulle spalle.

Profumo di spezie, tessuti preziosi, un sentore di magia e tanta azione!

Romanzo divorato e sono già con la mente al seguito che vi recensirò a brevissimo!

 

Anna

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