Can Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente – e capricciosa – star mediatica. Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un’armonia uniche si esercita nel giardino di casa. Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c’è l’incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il Phi. L’uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla… Ma c’è qualcosa di più spietato dell’amore per una sola persona? Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can. Quattro personaggi che ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni. Una storia di passione, speranza, tradimento, come la vita vera, che condurrà il lettore a muovere i primi passi verso un percorso di consapevolezza. Come i personaggi di “Phi”, infatti, “ciascuno, nella vita, ha una cosa che gli riesce molto bene. Una soltanto. Ce la portiamo dentro sin dalla nascita” e il nostro compito è riconoscerla; in una parola, scoprire chi siamo davvero. “Phi” è il viaggio di chi, senza paura, è padrone della propria esperienza, e non si perde nei suoi mille rivoli.
Phi è primo volume di una trilogia che desta molto interesse a livello internazionale. Sicuramente non è un romanzo facile da leggere, è denso di significati che vanno al di là della storia in sé che è molto ben architettata e complessa.
Parto spiegando il significato del titolo, perché è fondamentale per la comprensione di tutta la narrazione e soprattutto per capire il protagonista Can Manay.
Phi è la perfezione estetica. Basti pensare che Can ha costruito e arredato la sua casa in funzione di una vasca da bagno del Settecento acquistata a Vienna, per la perfezione che emanava, e non l’ha neppure mai usata per comprendere che quando incontra la donna perfetta ne rimanga rapito e faccia di tutto per poterla avere. Tutto ruota intorno a questa perfezione e tutto è lecito. Si parla di sentimenti? Ni. In un certo senso e a modo suo, sono ben presenti e radicati, eppure il sospetto che dietro tutto si celi solo un’ideale estetico se non una ossessione è molto forte.
La storia però è ben più complessa dei tanti personaggi che si incrociano in questa intricata vicenda mossi dal Phi, perché il guro della psicologia non si limita a seguire l’estetica, ma ama anche la filosofia, in particolare quella tibetana, e qui il fondamento è racchiuso nel concetto di curiosità. La curiosità è ciò che ci avvicina o ci allontana da Dio, da essa ha origine il nostro potenziale, infatti possiamo essere curiosi nel senso becero del termine oppure rivolgere le nostre energie al fine di una ben più elevata conoscenza atta a migliorarci.
Ecco allora che la curiosità muove i vari personaggi, li motiva, li rende ciò che sono, nel bene e nel male rendendo ricca la narrazione e trasformando un romanzo quasi in un saggio.
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