Buongiorno Chiara e Davide e benvenuti nel nostro salottino virtuale delle interviste.
Finalmente sei arrivata anche tu, Chiara, sulla mia poltroncina, cara collega del blog!
Accettare la collaborazione per un’autrice con la quale lavori non è sempre semplice, si ha sempre paura di trovare il testo non all’altezza delle proprie aspettative, ma qui ragazza mia le avete superate alla grande!
- Il vostro nuovo romanzo “La duchessa” si nasconde dietro ad una facciata Vittoriana ma è molto di più, un vero e proprio romanzo storico che ci porterà nel Nuovo Mondo; cosa vi ha spinto a scrivere un romance di genere storico che è diventato fin troppo inflazionato dopo il successo di Bridgerton?
Eccomi qui tutta tua.
Parto dalla fine dicendo che Bridgerton non ha minimamente influito sulla mia scelta, perché da sempre sono appassionata di romance storici, ne ho letti a centinaia, forse migliaia; infatti, nel nostro blog Letture Sale e Pepe sono quella che se li divora tutti. E non mi limito ai romance, ma anche ai veri e propri mattoni storici o grandi classici, finendo con film e serie TV in costume. Mio marito poi è un appassionato di storia, in particolare la Seconda Guerra Mondiale e chissà che una prossima ambientazione non sarà proprio quella.
- La storia vede i personaggi evolversi pagina dopo pagina, acquisendo forza e determinazione, avevate già in mente come sarebbero diventati o sono “cresciuti” durante la stesura del romanzo?
La storia l’avevo in mente da anni, proprio per il motivo che adoro i romance storici; tuttavia, un conto è leggerli e uno scriverli. Alla fine, Davide si è unito a me per la seconda volta insieme e siamo partiti. Avevamo la base, ma poi i personaggi crescono, maturano e si evolvono sempre in fase di scrittura. In poche parole, prendono vita e iniziano a comandare loro.
- Quando ci si approccia ad un romanzo storico ci sono tante ricerche preventive da fare, quali sono state le più impegnative?
Le ricerche sono state di due tipi. Una prima più frivola che riguarda la moda dell’epoca, quindi abiti ma anche acconciature, suppellettili, modi di dire e poi ancora titoli nobiliari o semplicemente i piatti più in voga. Poi ovviamente è necessaria una ricerca di tipo storico e lì, ammetto, il lavoro sporco lo ha fatto più Davide visto la sua passione smodata per la storia.
- Devo darvi atto che la trama non è per niente scontata, ad ogni minima previsione che potesse balenarmi in testa siete riusciti a sconvolgerla con una direzione diversa, chi è stato il maggiore artefice di questi plot twist, tu o Davide?
La colpa direi che è di entrambi anche se io, avendo più tempo e dimestichezza con i romance, forse ho messo più mano. La cosa fondamentale comunque è che spesso nemmeno noi sapevamo cosa sarebbe accaduto e quindi capisco che anche per il lettore sia difficile prevedere l’evolversi della trama.
- Sempre parlando di Davide Viaggi, dimmi qualcosa in più sulle vostre collaborazioni professionali, cosa vi piace di più scrivere insieme? Siete generalmente sulla stessa linea o vi scontrate per accordarvi?
Lui nasce come poeta e io come lettrice. Poi visto che si dilettava anche a scrivere racconti e romanzi e da fidanzati me li sottoponeva, beccandosi critiche pesanti ma costruttive, un giorno mi ha suggerito di scrivere e io sono partita.
Insieme abbiamo scritto un romance distopico qualche anno fa, “Il mondo di Sofia” e tutto è nato perché la storia mi girava in testa da tanto tempo senza riuscire a partire, così si è proposto di darmi una mano.
Questa volta invece era tentato dalla parte storica che gli faceva gola anche se non ama il mondo vittoriano, però si è rifatto nella parte americana.
Concludo ringraziandovi per questa bellissima storia che mi ha tenuta sveglia fino alle prime luci dell’alba e per averci dedicato un po’ del vostro tempo.
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