Buongiorno Deborah e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.
Ti seguo sin dalla tua prima pubblicazione (Nel segno della vespa), e ho visto un cambio di registro nel tuo ultimo romanzo edito da pochi giorni.
Nel primo romanzo ci hai fatto danzare su due binari temporali, nel secondo c’erano le lettere del soldato durante la Grande guerra ad alternarsi alle vicende attuali; in questo ultimo ti sei dedicata sul qui e ora senza riferimenti storici, cosa ti ha portato a cambiare il tuo stile?
In realtà, non si tratta di un cambio di stile, ma di una scelta occasionale. Infatti, già il prossimo romanzo, che sto ultimando, avrà la doppia linea temporale. “Incontriamoci alla Tour Eiffel”, invece, a differenza degli altri, è nato casualmente mentre mi trovavo a Parigi. Avevo voglia di raccontare questa storia e mi sono concentrata solo sulla parte contemporanea.
Un’altra tua caratteristica è farci innamorare dei luoghi che descrivi: Firenze, la val di Fassa e ora Parigi.
Sono tutti luoghi che ho visitato e mi hai riportato a galla le emozioni vissute in quei magici posti. Cosa hanno rappresentato per te e perché li hai scelti?
Sono luoghi speciali per me. Firenze l’ho scelta perché è l’emblema della Storia che amo: Medioevo, Rinascimento… La Val di Fassa è il luogo in cui trascorro quasi tutte le mie vacanze ed è un posto incredibile, dove la natura fa davvero sfoggio della sua strabiliante bellezza. Parigi, invece, è stato un colpo di fulmine.
Il tuo personaggio maschile è veramente meraviglioso, già solo il nome che mi ricorda il mio attore francese preferito (Chalamet) mi ha fatto innamorare di lui subito, a chi ti sei ispirata?
Il personaggio di Timothée è nato da un breve e tenero video di un modello che seguo sui social, Christian Hogue, insieme alla figlia del suo migliore amico, che nel video aveva due anni. Partendo da quell’immagine, ho creato il legame tra Timothée e la piccola Amélie. Per la parte sportiva, invece, mi sono ispirata al pallavolista Ivan Zaytsev.
La scelta del volley da inserire come componente sportiva ha un significato per te o è stata casuale?
Ho scelto la pallavolo perché è uno sport poco esplorato negli sport romance e perché ho potuto chiedere consiglio ai miei cognati che lo hanno praticato per anni.
In questo romanzo porti la storia di una mamma single, quanto c’è dei tuoi bimbi in Amelie?
Tutto e niente. Per le cose pratiche, sicuramente, mi sono basata sulla mia esperienza di mamma, ma Amélie rappresenta un po’ tutti i bambini.
Ho curiosato nel tuo profilo e penso di aver intuito che il prossimo romanzo sarà ambientato a Pavia, che adoro, sarà un contemporary o uno storico?
Il prossimo romanzo (ormai quasi ultimato) sarà ambientato a Venezia e sarà un romantic suspense con doppia linea temporale, ed esplora un tema importante e, ahimè, molto attuale. Ma è vero che ho iniziato a lavorare anche a un romanzo ambientato a Pavia. È ancora in fase di pianificazione ma, sicuramente, avrà la doppia linea temporale.
Mi piacciono sempre i titoli dei capitoli dedicati alla musica ed è emozionante avere una playlist da ascoltare durante la lettura. Nel momento in cui ho letto io il romanzo in anteprima non era ancora presente la tua playlist su Spotify, vuoi parlarci dei brani che hai scelto? Sono canzoni che hai cercato ad hoc per la trama o sono affiorati alla tua mente mentre scrivevi? Ci metti il link per ascoltarla?
La playlist, per me, è molto importante perché crea l’atmosfera. Ho scelto i brani in base ai testi, quindi che fossero in linea con quanto accade nei capitoli che aprono, e alla melodia, per creare la giusta atmosfera per ogni capitolo.
Ecco il link: https://open.spotify.com/playlist/6HFCEHvD5DKt3Kfm72WFvQ?si=Qi7vvgyESLORcTks6Lpw8w&pi=v-8li21ITN6ja
Deborah ti ringrazio per avermi dedicato un po’ del tuo tempo, arrivederci.
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