Ciao Fabio, benvenuto nel nostro salottino virtuale delle interviste.
La nostra conoscenza è stata curiosa: ti ho conosciuto tramite il libro su Gattaland (gatto parco dove ho adottato due dei miei gatti) e da quel libricino così insolito sono salita sul pulmino Suraci e non sono più voluta scendere!
Fabio tu scrivi storie di amicizia, amore, buoni sentimenti e un pizzico di magia.
Con Melissa hai fatto il grande salto scrivendo una saga fantasy con tutti gli elementi al posto giusto. Sai che noi bookblogger abbiamo il terrore del secondo libro di una trilogia?
Generalmente sgonfia l’entusiasmo sollevato col primo volume e ti confesso che aprendo Melissa 2 un po’ ho esitato.
Invece sono stata travolta dalla storia che si è approfondita e arricchita!
Ora che ho letto in anteprima il terzo volume di Melissa vorrei porti qualche domanda:
- Svelaci il segreto per creare una trilogia che non annoi il lettore (fatti pure suggerire dalla Blind)
Ciao e grazie per questa opportunità.
Quando scoprirò questo segreto te lo dirò XD. Scherzi a parte Melissa non era nata come una trilogia, nella mia idea iniziale sarebbe dovuto bastare un solo libro, poi ho scoperto che le storie, nei fantasy, tendono a diventare enormi e così sono serviti tre libri per chiudere il cerchio.
Sul non annoiare il lettore spero di esserci riuscito perché io per primo non mi annoio quando scrivo. Il metodo che ho sempre utilizzato è quello di scrivere una storia per vedere cosa accadrà e questo mi porta sempre a scoprire le trame mentre le scrivo e, se non mi annoio io nel farlo, non dovrebbe annoiarsi nemmeno chi la leggerà.
- Ultimamente hai avuto sul piatto diversi lavori in contemporanea, immagino fossero nel cassetto già da un po’, quanto è stato difficile portare avanti quattro progetti in poco tempo?
Sì, in questo 2024 ho pubblicato 4 libri, tre in self e uno con Casa Editrice. È stato complicato riuscire a stare nei tempi e farcela ma alla fine ci sono riuscito, grazie all’aiuto di editor e illustratore che sono stati bravissimi a lavorare insieme a me.
- Quale ti ha preso più tempo e c’è qualcosa che avresti voluto migliorare se avessi avuto più tempo?
Non c’è stato uno che mi ha preso più tempo rispetto agli altri, avevo una scaletta abbastanza precisa da rispettare e per fortuna ci sono riuscito. Sul migliorare avrei voluto farlo tutto di tutti, e lo vorrei sempre. Ogni volta che leggo un mio libro vorrei apportare cambiamenti e migliorie ma a un certo punto bisogna fermarsi e lasciare andare il libro.
- Anche i fantasy hanno ceduto allo spicy, tu invece crei sempre contenuti “sicuri” e questo è un dettaglio non indifferente quando si mette in mano un romanzo ad un ragazzino. Pensi di continuare con contenuti “puliti” o ti stai facendo tentare anche tu?
Scrivere un fantasy per me è stato un esperimento e credo resterà tale, di sicuro non scriverei un fantasy spicy o un romantasy, non è nelle mie corde.
Sullo scrivere un libro di narrativa spicy ti dico che questo potrebbe essere fattibile. Lo avevo iniziato nel lontano 2012 e lasciato a riposare nel cassetto, ultimamente l’ho ripreso e ho riletto quei primi capitoli iniziando a ragionare sulla possibilità di proseguire la storia… vedremo.
- Leggendo il terzo di Melissa si spiegano tante cose che erano rimaste nel cassetto dei “boh, mah, chissà perché, vabbè è un fantasy” informazioni che svelano dettagli oscuri sin dall’ inizio. Ma avevi già in mente tutto questo quando hai iniziato a scrivere il primo o sei andato a braccio cercando poi delle spiegazioni plausibili ad una trama così intricata?
Quando ho iniziato a scrivere il libro su Melissa non avevo idea di cosa sarebbe saltato fuori strada facendo, avevo in mente l’inizio, il sistema magico degli Stoinlend e poco altro. Io scrivo senza trama quindi la maggior parte delle cose che accadono le scopro scrivendo. Alcune le lascio, anche se non ne capisco la funzione, sperando che nel proseguo mi tornino utili e di solito lo sono. La svolta più importante della trilogia è stata la canzone di Bob Seger all’inizio del viaggio di Melissa nelle Quattro Terre. Poter giustificare quella canzone in quel luogo, davanti al tunnel, per intenderci, mi ha portato a inserire un portale e inserire quel portale ha permesso a Melissa di portare nelle Quattro Terre nuovi personaggi e questo non era previsto, quindi ho dovuto gestire tutte le novità. Credo che senza la canzone di Bob la storia sarebbe stata molto diversa e breve, per fortuna scrivo ascoltando la musica e facendomi ispirare da essa.
Nei miei libri cerco sempre di spiegare ogni cosa e non lasciare il lettore senza risposte. Non mi piace che le cose accadano perché è un fantasy o un paranormale ecc. Cerco sempre di dare un senso a tutto e una risposta a ogni quesito. Spero di esserci riuscito anche in questo libro, le domande erano davvero tante e alla fine le risposte spero siano bastate a fugare ogni dubbio su ogni cosa accaduta nei tre libri.
- Immagino che per tener traccia di ogni personaggio con le sue peculiarità tu debba avere uno schema, hai tipo quelle lavagne che usano nei telefilm polizieschi o cosa altro?
No, nessuno schema. Scrivo senza mai fare pause di giorni per evitare che la storia e i personaggi si perdano. Quando inizio un libro non mi fermo finché non l’ho finito. Se invece mi fermo per qualche motivo allora smetto di lavorarci magari anche per anni. Non faccio schede personaggi, non scrivo prima la trama o i colpi di scena. Creo tutto parola dopo parola, mi diverto così: scoprire la storia scrivendola.
- È tutta farina del tuo sacco conscio o inconscio? Perché tante cose sono spiegabili solo con un delirio onirico!
Quello che scrivo, anzi che racconto e come lo racconto è merito della musica. La ascolto per creare nella mia mente le scene della storia che sto scrivendo e le canzoni ispirano gran parte delle trame. Quindi attribuirei ogni merito alla magia che solo la musica può creare. Però sì, ammetto che ci sono alcune cose che nemmeno io riesco a spiegare e credo facciano parte della creatività perché a volte è inspiegabile come dei dettagli che all’inizio di una storia inserisco e sembrano messi lì a caso poi diventino fondamentali. La Blaind ne è un esempio. Non era un personaggio previsto, è entrato nella storia esattamente quando Melissa l’ha trovata. All’inizio ero restio a tenerla, perché un personaggio che dice il contrario di quel che pensa è portatore di mal di testa e, difatti, me ne ha fatti venire parecchi. Comunque mi era simpatica e quindi ho deciso di tenerla e legarla a Melissa. Alla fine della trilogia direi che è stata una scelta azzeccata.
- Fabio ti ringrazio per averci dedicato un po’ del tuo tempo e per avermi coinvolto nell’avventura di Melissa!
Grazie a te!
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