INTERVISTA A… Martina Tozzi

 

Buongiorno Martina e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.

 

-Ho letto gli ultimi tuoi lavori che in pratica sono delle biografie romanzate di due grandi autrici: Emily Bronte e Mary Shelley. Quanto lavoro di ricerca sta dietro alla stesura di ogni tuo romanzo? Quali sono le fonti che preferisci?

Il lavoro di ricerca è fondamentale per i miei romanzi. Leggo tutto quello su cui riesco a mettere le mani, quindi ovviamente i libri scritti dalle protagoniste e le loro lettere e carte personali, e poi biografie, saggi e ricerche. Mi informo anche sul contesto storico e sono molto puntigliosa, mi piace sapere esattamente quello di cui sto scrivendo. Soprattutto, è importante per me leggere le parole che hanno usato le persone di cui voglio scrivere, perché è necessario che le comprenda più che posso per poterle raccontare.

 

Hai visitato i luoghi dove vengono ambientate le vite delle tue protagoniste?

Purtroppo, ho visitato solo Londra e alcune delle città italiane dove fanno tappa gli Shelley. Si tratta di un grande cruccio, per me, e spero di poter vedere dal vivo la brughiera dello Yorkshire e il lago di Ginevra, prima o poi. 

 

-Mi piace il fatto che per entrambe tu abbia scelto di raccontare la storia sin dall’infanzia, mostrandoci una fotografia del contesto familiare, quindi non ci regali solo la storia delle protagoniste ma di tutta la famiglia, quanto c’è di reale su di loro e quanto hai dovuto creare con la fantasia?

Ti ringrazio! Quando scrivo cerco sempre di essere il più fedele possibile ai fatti e agli episodi che ci sono stati tramandati. Purtroppo non sempre questo è possibile, quindi in alcune situazioni (come per la storia della piccola Elena Adelaide) devo azzardare un’ipotesi, scegliendo quella che mi pare più probabile. La fantasia entra in gioco soprattutto quando si tratta di descrivere le emozioni: non sempre le sensazioni provate sono state trascritte dai protagonisti, e io faccio del mio meglio per immedesimarmi e comprendere i loro stati d’animo e le loro decisioni. 

 

-Il tuo prossimo romanzo in uscita a giorni ricalca lo stesso schema?

No, stavolta la famiglia di Lizzie resterà sullo sfondo, e al centro del romanzo ci sarà la sua storia d’amore con Dante Gabriel Rossetti e con l’arte. Proprio perché ci tengo molto ad attenermi alla realtà degli eventi, e dal momento che non abbiamo quasi nessuna informazione sull’infanzia di Lizzie e sulla sua famiglia di origine, per la prima volta il libro inizia con la protagonista già grande. Devo dire che mi è mancato un po’ guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia! 

 

-Le tue protagoniste sono state donne forti, precorritrici degli ideali femministi, ma viene dato anche spazio ne “Il nido segreto” al personaggio di Percy Shelley, per ovvi motivi; hai mai pensato di scrivere una biografia romanzata di un personaggio maschile?

Sì, ci ho pensato, ma ammetto che per il momento non è tra i miei progetti. Credo che ci siano moltissime donne che la storia ha ingiustamente lasciato in ombra, e mi piace l’idea di poterle abbracciare come sorelle e di poter raccontare le loro vite. Mi piace narrare le sfide che le donne hanno affrontato prima di noi, e con la mia scrittura cerco di rendere loro un piccolo omaggio. 

 

-Lessi lo scorso autunno “Per la brughiera” e ho atteso questo settembre per mettere mano a “Il nido segreto”, trovo che il tuo stile sia in accordo con questa stagione, così ricercato e quieto mi fa dimenticare di avere in mano l’opera di una autrice contemporanea. L’uscita del tuo nuovo romanzo “Il sogno semplice di un amore” su Lizzie Siddal a fine ottobre è stato un caso o anche tu ritieni che ci sia una stagionalità per certi generi di romanzi?

In realtà è stato un caso, deciso dalla mia casa editrice (forse anche a Nua trovano il mio stile autunnale!), ma ammetto che anche secondo me i miei libri sono adatti alle stagioni fredde, al calore di una casa quando fuori è buio. 

 

-La domanda viene spontanea: cosa leggi tu?

Leggo di tutto, sono una lettrice abbastanza eclettica. Ho una particolare passione per i classici inglesi ottocenteschi, sono sempre una garanzia. Mi piacciono molto i romanzi che mi permettono di indagare sulle situazioni che non conosco bene, e adoro approfondire vari argomenti leggendo saggi. E leggo anche molta narrativa contemporanea, mi piace perdermi tra le pagine di scrittrici e scrittori italiani che non sono (ancora) molto noti, tra i loro romanzi si nascondono delle preziose gemme. 

 

Grazie ancora per averci regalato un po’ del tuo tempo e in bocca al lupo per la nuova uscita.

Grazie a voi per la gentilezza e per lo spazio che mi avete concesso. Viva il lupo! 

 

Anna

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