INTERVISTA A… Norma Tarditi

 

Buongiorno Norma e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.

Devo confessare che il tuo primo romanzo della serie, Helichrysum, è stato acquistato ad occhi chiusi dopo aver letto lodi su vari gruppi di lettura.

Sono incantata dalla tua scrittura, non esageri, calibri parole e sensazioni col bilancino da orefice lasciando il lettore affamato di saperne di più.

 

 

  • Anche negli altri tuoi romanzi usi lo stesso stile o ti piace stravolgerlo ogni tanto?

Penso di poter dire che i miei romanzi sono tutti accomunati da questo stile, incentrato molto sulle sensazioni e sull’interiorità dei personaggi, tuttavia cerco sempre di modificarlo, adattandolo quel tanto che basta a renderlo coerente con l’ambientazione delle mie storie che passano dall’urban, all’epic, al distopico. In generale il mio obiettivo è proprio quello di non esagerare, di usare “la giusta misura” tanto nelle scene d’azione quanto in quelle romantiche o di passione, quindi sono felice di scoprire dalle tue parole che è proprio questo che hai colto nelle mie “Storie della Nuova Era” e ti ringrazio tantissimo per questo magnifico complimento.

 

  • La lettura del tuo ultimo lavoro, Stramonium, è stata un lento crescendo fino ad esplodere ed implodere (non possiamo dire altro per evitare spoiler), la sensazione che mi ha lasciato è stata devastante: riesci a catturare il lettore tessendo la tela lentamente ma inesorabilmente finché non ci si trova invischiati e sopraffatti. Hai idea dell’impatto emotivo che certi plot twist causano ai tuoi lettori? Ci causi crepacuore per poi rianimarci con l’adrenalina, c’è del sadismo in tutto ciò, ne sei cosciente? Dove trovi ispirazione per certi colpi di scena?

Sto sorridendo come lo Stregatto, sappilo, perché il timore è sempre che il colpo di scena non sia poi così sorprendente… Invece a quanto pare almeno in Stramonium lo è stato, chiedo umilmente scusa per la devastazione emotiva, ma garantisco di averla patita anche io!!! XD

Per tornare seria, se i miei colpi di scena funzionano credo che la ragione sia che sorprendo me stessa per prima e che non lo faccio di proposito, con l’idea di sconvolgere. Provo a spiegarmi meglio: non sono una di quelle autrici belle organizzate e disciplinate che, prima di iniziare a scrivere il primo capitolo, sa passo passo cosa succederà. Io so grossomodo come inizia una storia, conosco alcuni tratti dei protagonisti, so a grandi linee dove arriveranno al termine delle avventure che li aspettano, ma non pianifico niente di niente e scopro io per prima cosa succederà loro, quali segreti hanno, quali ferite celano, quale sarà la chiave per la loro guarigione, il loro riscatto o la loro liberazione. Ed è così che quando arrivo alla scena clou, al punto in cui sento che la storia deve dare il proprio colpo di coda, scopro il colpo di scena e mi sorprendo da sola. So che sembra da pazzi, ma giuro che è davvero così che succede nella mia testa.

 

  • Mi chiedo spesso, quando leggo una saga, se l’autore abbia già in mente tutta la storia o se vada a costruirla pian piano. Per te come è stato con “Storie della nuova era”?

Ecco, la mia risposta precedente vale anche per le saghe nella loro interezza. Ho iniziato ogni singola storia con la convinzione assoluta che si sarebbe conclusa in un singolo volume. Non è mai successo: al massimo sono riuscita a scrivere una dilogia, tutte le altre sono serie più lunghe. Gli sviluppi delle vicende mi vengono in mente man mano e, se quando inizio un volume come dicevo so grossomodo dove andrà a parare, questo non è affatto vero nel caso delle saghe, che spesso mi hanno portata in direzioni che mai avrei immaginato di imboccare, all’inizio. La difficoltà, lavorando così “di pancia”, è far quadrare poi tutti i dettagli, raccogliere le briciole lasciate nei primi capitoli per dare coerenza, omogeneità e armonia all’intera storia. Se aggiungi che ho una memoria davvero pessima, puoi farti un’idea della faticaccia che faccio per dare un senso a tutto quanto. E tutto questo vale ancora di più per le “Storie della Nuova Era” rispetto alle altre mie serie, perché ero certa, certissima questa volta, che “Helichrysum” si sarebbe trattato di uno stand-alone, anche perché in tutta sincerità non avevo idea di come sarebbe stato accolto questo mix insolito di fantasy e fantascienza. Sono felice di dire che è stato accolto a braccia aperte, con una fiducia che ancora mi sorprende e mi fa emozionare…

 

  • Sono giusto un paio d’anni che mi sono appassionata al fantasy (romantasy per la precisione) ma spesso si incappa nella stessa tipologia di personaggi (vampiri, fae, mutaforma…) I tuoi personaggi mi sono sembrati più originali e forse anche in questo sta la magia: non sai cosa aspettarti da loro.
    Dove hai preso ispirazione per creare questa tipologia di esseri sovrannaturali?

Io sguazzo nel fantasy da sempre, fin da bambina, quando guardavo così spesso “Nel fantastico mondo di Oz” che mia mamma dovette nascondere la videocassetta. E non ho mai smesso di respirare fantasia, con film, serie tv, ovviamente libri e anche videogiochi, un ambito, questo, che spesso non viene preso in considerazione ma che a me spalanca le finestre dell’ispirazione dato che consente di muoversi letteralmente in mondi fantastici e fantascientifici. Ecco quindi che i personaggi che si trovano nelle “Storie della Nuova Era” (e in realtà in ognuna delle mie serie), sono figli di tutto quello che passeggia nella mia testa, mescolandosi: dalla bravissima Kresley Cole con la sua serie degli immortali, al superlativo Andrzej Sapkowski con il suo Geralt di Rivia, ai videogiochi e le serie “The last of us” e “Fallout”, ai film sugli X-Men, per passare alla serie tv “Streghe” e a decine e decine di altri libri, film, serie e videogiochi che non riesco neppure a ricordare ma che senz’altro hanno fatto germogliare nella mia mente l’idea delle creature magiche che si incontrano fra le mie pagine.

 

  • Helichrysum ha avuto uno spin-off e ora un prequel, tre è il numero perfetto o proseguirai con la serie?

Quella delle “Storie della Nuova Era” è senz’altro la mia serie più particolare perché ha una struttura tutta sua. Infatti “Centaurea” non è uno spin-off, ma un altro capitolo indipendente e autoconclusivo esattamente come “Helichrysum”. L’idea è quella di permettere a un lettore di iniziare la serie indifferentemente da uno o dall’altro, e, te lo dico qui in anteprima, varrà lo stesso con il quarto volume, che avrà due nuovi protagonisti e sarà appunto indipendente e pertanto leggibile a prescindere dai precedenti. L’unica eccezione finora è proprio “Stramonium”, che raccomando di leggere solo dopo aver letto “Helichrysum”.

Non ho ancora stabilito un numero certo di volumi per concludere la serie, ma, questo lo so di sicuro, ce ne saranno almeno altri due, dei quali l’ultimo… No, questo ancora non posso svelarlo!!!

 

  • Grazie per essere stata con noi e alla prossima!

Grazie infinite a te, cara Anna, per avermi dato la bellissima opportunità di fare quattro chiacchiere con te sui miei libri. È stato un grandissimo piacere!

 

Anna

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