Buongiorno Rebecca e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.
Sei un’autrice amatissima dal pubblico ed è un vero onore per noi averti qui!
Io sono una di quelle del “meglio tardi che mai” e infatti, nonostante ti conoscessi di fama, ho iniziato a leggerti solo di recente. Tu preferisci leggere romanzi iper sponsorizzati di autori di grido o scavi nei meandri delle librerie per cercare diamanti grezzi?
Come lettrice sono una che crede nel passaparola, per cui se mi consigliano un libro, soprattutto se lo fanno persone che condividono i miei gusti, mi butto senza remore, sia che il libro sia arcinoto, sia che sia sconosciuto. Mi entusiasmo molto però, quando mi colpisce un libro o un autore che conoscono in pochi.
Quando ho pubblicato il reel de Il gigante con il violino ho avuto il record di visualizzazioni (grazie!) e molte tue lettrici affezionate mi hanno consigliato questo o quel romanzo. Tu quale consideri il tuo gioiello? Cosa devo assolutamente leggere come prossimo?
Non so se si possano considerare gioielli ma io amo molto “Entropia” e “Di mercoledì”.
Parti sempre dal fatto che di tuo ho letto solo Il gigante con il violino e Non più di dieci parole, lo stile narrativo ironico in terza persona è un tuo marchio di fabbrica o ne hai provati altri?
Scrivo prevalentemente in terza persona al passato. In alcuni romanzi ci sono stralci di diari per cui quelle parti sono in prima persona (per esempio “Celestiale”). L’unico tutto in prima persona è “Corso base per analfabeti sentimentali”.
La famiglia Maschieri-Dalfiume è entrata in modo così scoppiettante nella mia vita da essere diventata la mia preferita degli ultimi anni. Qualche personaggio è stato ispirato da conoscenze in carne e ossa?
In genere sono i bambini quelli che hanno modelli umani nella realtà e possono essere ispirati ad alunni che sono passati nelle mie classi. Sugli adulti dipingo di più a mano libera… molto libera.
C’è qualcosa del tuo carattere nei personaggi dei tuoi romanzi?
Non so dire se ci sono lati del mio carattere che si riflettono nei personaggi che descrivo. Mi sforzo di raccontare di persone che, nonostante i fallimenti, le difficoltà e i difetti, si perdonano e vanno avanti. Questo, più che un aspetto della mia personalità, è un augurio che faccio a me stessa e ai miei lettori.
Sei riuscita a farmi piacere temi che solitamente non leggo (forbidden e tradimenti) tu hai tropes preferiti o che eviti come la peste? (da lettrice e da autrice)
Ai tropes non ci penso molto, anche se è impossibile scrivere fuori da essi. Io penso la storia e poi diciamo che a posteriori individuo il trope di riferimento. Non ho tropes prediletti, diciamo che la storia deve convincermi. Se uno me la racconta bene, io me la bevo senza troppi complimenti.
Hai già un nuovo progetto fra le mani?
Al momento sto ultimando un romanzo storico a quattro mani con Amalia Frontali (con cui ho già scritto “Centro”, “Accordi” e “Cambia il vento”) e un romanzo contemporaneo con una punta di giallo.
Rebecca grazie per essere stata con noi e a presto!
Lascia un commento