INTERVISTA VELOCE A…
LAVINIA FONZI
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Chi sei?
Sono una ragazza appassionata di arte, storia e letteratura. Frequento Lettere Moderne all’università e mi occupo anche di tenere conferenze storico-artistiche presso alcune strutture del comune di Milano. Nel tempo libero mi piace leggere, scrivere e fare ricerche storiche per ampliare le mie conoscenze. Adoro visitare mostre e conoscere posti nuovi, soprattutto le città d’arte.
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Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura?
Scrivo da quando ero piccola, la scrittura è sempre stata la mia più grande passione e il mio modo per esprimermi e comunicare con il mondo. Già alle elementari inventavo storie e disegnavo fumetti, poi negli anni del liceo sono passata alla stesura di romanzi veri e propri. La scrittura mi ha accompagnata in tutte le fasi della mia vita, crescendo e cambiando insieme a me.
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Quale genere letterario prediligi e perché?
Attualmente prediligo i romanzi storici e le biografie. Ho una grande passione per la storia, i personaggi del passato mi affascinano molto e mi piace l’idea che tramite un romanzo si possa saperne di più su altre epoche. In particolare adoro i romanzi di Alexandre Dumas: è bellissimo il modo in cui, nelle sue opere, storia e finzione si fondono, regalandoci avventure mozzafiato e storie indimenticabili.
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Parlaci del tuo romanzo
“Nel nome del Giglio” racconta una vicenda d’amore e avventura ambientata a Firenze durante la Rivoluzione francese. La protagonista è Bianca, giovane poetessa ingenua e romantica, che viene sedotta e abbandonata dall’affascinante Federico. Decisa a dimenticarlo, Bianca si imbarca in una pericolosa missione alla volta di Parigi, affidatale dal padre: il suo compito consiste nel convincere i politici francesi ad aiutare i toscani a rovesciare il governo del Granduca di Toscana. Ma durante il viaggio, la ragazza si ritrova faccia a faccia con Federico, che deve portare a termine lo stesso incarico. Tra avventure, intrighi e incomprensioni, i due giovani dovranno portare a termine la loro missione.
Le vicende di Bianca e Federico, frutto d’invenzione, si dipanano in un contesto storico reale. A poco a poco il lettore scopre la Firenze di fine Settecento, una città affascinante e in parte scomparsa, dotata di torri medievali e di luoghi pittoreschi come il Mercato Vecchio, oggi non più esistente. È una Firenze in cui le idee rivoluzionarie provenienti dalla Francia si stanno lentamente facendo strada nella società: la polizia e le autorità aumentano la sorveglianza, mentre alcuni intellettuali sognano di liberare l’Italia dal governo straniero. Questa situazione turbolenta è lo spunto per narrare delle vicende politiche mai esistite, ma verosimili nella situazione politica dell’epoca. Ma “Nel nome del Giglio” è soprattutto una storia che parla di grandi sogni e ideali, della tenacia nell’inseguire i propri obiettivi, ma anche della capacità di pentirsi e di riscattarsi, e dell’amore, che a volte è più grande degli errori.
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Hai altri progetti in programma? O libri in cantiere?
Al momento sto scrivendo altri romanzi ad ambientazione storica, fra cui il seguito di “Nel nome del Giglio”.
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Se dovessi scrivere un nuovo libro, di cosa ti piacerebbe parlare?
Mi piacerebbe molto scrivere un romanzo sul Risorgimento, un periodo storico che adoro e che ho studiato a lungo da autodidatta. Ho già abbozzato alcune idee, ma devo ancora trasformarle in un progetto concreto.
Ringraziamo Lavinia per la fiducia che ci ha concesso.
Potete trovare Lavinia su Instagram
INTERVISTA A CURA DI
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