Tra le rovine di Caswell, nel Maine, Carter Bennett ha appreso la verità di ciò che aveva avuto
davanti agli occhi per tutto il tempo. E poi esso – lui – non c’era più.
Alla ricerca disperata di risposte, Carter si mette in cammino, abbandonando la famiglia e la
sicurezza del suo branco, tutto in nome di un uomo che conosce soltanto come un lupo selvatico.
Ma è lì che risiede il pericolo: i lupi sono branchi di animali, e più Carter resterà da solo, più la sua
mente scivolerà verso la voragine infinita della follia degli Omega.
Ma insiste, seguendo le tracce lasciate da Gavin.
Gavin, il figlio di Robert Livingstone. Il fratellastro di Gordo Livingstone.
Ciò che Carter trova cambierà per sempre la vita dei lupi. Perché la storia di Gavin con il branco dei
Bennett va ancora più indietro di quanto si possa immaginare, un segreto tenuto nascosto dal padre
di Carter, Thomas Bennett.
E la conoscenza ha un prezzo: i peccati dei padri adesso ricadono sulle spalle dei figli.
Hi lettrici e lettori Sale e Pepe,
Oggi vi parlo di “Brothersong”, di TJ Klune, quarto e purtroppo ultimo volume della serie Green Creek.
Chi mi conosce sa che per me questa serie è stata, sin dall’inizio semplicemente indimenticabile, basta andare a vedere e leggere cosa ho scritto nelle precedenti recensioni per capirlo.
Per cui avevo delle aspettative grandi quanto l’universo e devo dirvi, senza nessuna sorpresa però, che sono state soddisfatte al 100%.
Inizio col farvi una domanda, si può voler sottolineare tre quarti di un libro? La mia risposta è che, se il libro l’ha scritto Klune, non è solo un’ipotesi remota, ma è una possibilità molto concreta che ciò accada e se guardaste le mie note ne avreste la conferma.
Infatti, lo stile che Klune usa, enfatico e ricercato, risulta anche poetico ed è difficile non cogliere la potenza dietro ogni parola che scrive.
In questo volume Klune ci catapulta direttamente nella mente del maggiore dei Bennett, Carter, e grazie a lui ci fa viaggiare, scoprire cos’è l’amore e rivivere parte della storia emozionante che lega il Branco Bennett ai Livingston e soprattutto a Green Creek.
Il punto di vista di Carter ci riporta indietro, all’inizio, quando la storia di questa famiglia ha avuto inizio e ci permette di avere un quadro più completo, rimettendo insieme la complessa storia dei Bennett.
“corrono
con me
tutti noi
brancobrancobranco
cantiamo il nostro canto del lupo cantiamo il nostro canto del corvo cantiamo il nostro canto del cuore cantiamo affinché tutto il mondo ci ascolti”
È sempre attraverso Carter che scopriamo chi è Gavin, ed anche se è solo il primo a raccontare, vi posso assicurare che non ho fatto nessuna fatica ad innamorarmi di Gavin e soprattutto sono riuscita a percepire ogni emozione provata anche da lui.
Mi ha spezzato il cuore il suo senso di solitudine e il suo essere perso e smarrito, ma ho anche riso del suo stupido modo di parlare e della sua passione per i glitter, gioito delle sue piccole conquiste da (neo)uomo e, soprattutto, ho sperato insieme a lui di aver trovato l’amore e creduto per la prima volta di avere una casa.
“…per favore per favore non lasciarmi non lasciarmi carter carter carter faccio quello che faccio perché devo è l’unico modo e io io io pensavo di essere solo pensavo che lo sarei sempre stato ma poi ho trovato te ho trovato te in questa tempesta e ho pensato che fossi il sole ho pensato che fossi casa ho pensato che fossi mio. Ululai e il mondo tremò.”
Comunque non ho amato solo Carter e Gavin, ma come sempre ho lasciato un pezzo di cuore ad ognuno dei Bennett e dei Livingston e non solo, infatti il Team ex umani è la cosa più bella che io abbia mai visto, sono un gruppo affiatato e divertente sempre pronto ad aiutarsi e ad aiutare, gli amici perfetti che ognuno desidera avere.
Insieme a loro il Team Umani, o il Team Green Creek come l’ho soprannominato, crea una splendida famiglia allargata per i membri del branco e ci insegna cosa siano la gentilezza, il sostegno reciproco e il coraggio.
“FratelliAmoreSorelleBrancoCasa, vi vedo vi vedo tutti siete miei e io sono vostro vostro vostro.”
Insomma, un ultimo capitolo bello e travolgente sin dalle prime pagine e si, lo stile è “ripetitivo”, ma a me personalmente non ha dato affatto noia, anzi credo proprio sia una caratteristica unica e firma stilistica che lo rende inimitabile.
Non credo ci sia bisogno di dire che straconsiglio questa serie, dovreste TUTT3 entrare nel branco.
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