Recensione “Buie” di Irene L. Visentin

 

 

 

Non è semplice buio. Sono “buie”. Otto storie che alla luce del giorno, o tra le trame del tempo, raccontano tagli di otto donne, in otto mondi e vite. Dal ricordo di un passato immortale, a giochi di evocazioni demoniache, dalla fine violenta di una vita routinaria, all’inizio di una non più umana. C’è chi riempie di amore una valigia, e chi, ancora piccina, scopre il mondo più nascosto delle relazioni. “Buie” saltella su immagini dalle tinte grottesche, rincorrendo un riso sardonico con una visione poetica di questa esistenza, che tra luci e ombre – tante ombre – chiede sempre di essere ascoltata.

 

 

Otto storie.

Otto vite circondate da ombre ben scalfite da una profonda sofferenza, a tratti molto macabra, lugubre.

Se all’inizio ha catturato la mia curiosità, in seguito mi ha abbandonata.

Poiché purtroppo essendo debole di cuore, le trame hanno più volte urtato la mia sensibilità, troppo crude per i miei umili gusti.

L’unica cosa che ho apprezzato è la scrittura, sicuramente buona, capace di creare immediatamente delle immagine ben definite, una penna dal tocco a volte anche poetico, non male.

I personaggi sono risultati molto reali grazie alla scrittura.

Detto ciò, non è un genere che fa per me, lo consiglio a chi ama la cosiddetta letteratura “nera”.

zara

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